La malattia dell’Alzheimer è un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale e provocandone alla fine la morte.
La malattia è caratterizzata dall’accumulo di una proteina anomala chiamata beta-amiloide e dallo sviluppo di intrecci neurofibrillari nella corteccia cerebrale e nella sostanza grigia sottocorticale. Queste alterazioni provocano una perdita delle connessioni tra i neuroni e la loro morte cellulare.
La malattia di Alzheimer causa un progressivo deterioramento cognitivo, con difficoltà di memoria, linguaggio, ragionamento e orientamento. Sono frequenti anche disturbi comportamentali, come agitazione, vagabondaggio, idee di persecuzione e depressione.

I primi sintomi dell’Alzheimer
I primi sintomi dell’Alzheimer possono variare da persona a persona, ma in generale includono:
- Piccoli problemi di memoria a breve termine;
- Difficoltà di linguaggio, calcolo e ragionamento;
- Cambiamenti di personalità e umore;
- Apatia e isolamento sociale;
- Mancanza di giudizio e motivazione.
Trattamenti per l’Alzheimer
I trattamenti per l’Alzheimer sono principalmente di due tipi: farmacologici e non farmacologici. I trattamenti farmacologici mirano a rallentare il declino cognitivo e comportamentale, agendo sui neurotrasmettitori cerebrali. I principali farmaci usati sono gli inibitori dell’acetilcolinesterasi e la memantina. I trattamenti non farmacologici comprendono varie forme di terapia e stimolazione che aiutano il paziente a mantenere le sue abilità e a migliorare la sua qualità di vita. Alcuni esempi sono la fisioterapia, la terapia occupazionale, la terapia comportamentale, la stimolazione cognitiva, la terapia del linguaggio e la terapia di reminiscenza.
Alzheimer e approcci non farmacologici
Gli approcci non farmacologici sono strumenti che gli specialisti utilizzano per accompagnare i malati di Alzheimer in un percorso terapeutico che mantenga cognitivamente attiva la persona e limiti le sue espressioni disfunzionali. Queste terapie sono complementari alle terapie farmacologiche e si basano sulla partecipazione attiva del paziente. Alcuni esempi di approcci non farmacologici sono:
- Attività quotidiane: il professionista valuta le prestazioni della persona colpita da demenza e le propone attività adatte al suo livello di abilità;
- Musicoterapia: l’uso della musica per stimolare le emozioni, i ricordi e la comunicazione;
- Risoterapia: l’uso dell’umorismo e del gioco per ridurre lo stress e aumentare il benessere psicologico;
- Stanza multisensoriale Snoezelen: uno spazio appositamente progettato per offrire stimoli sensoriali controllati e piacevoli;
- Terapia di reminiscenza: l’uso di oggetti, foto, video o storie per evocare i ricordi passati della persona;
- Terapia di orientamento alla realtà: l’uso di informazioni concrete e attuali per aiutare la persona a orientarsi nel tempo, nello spazio e nella situazione;
- Intervento Assistito con Animali da compagnia (IAA): l’interazione con animali domestici o da fattoria per favorire il contatto sociale, l’affetto e la stimolazione fisica;
- Terapia occupazionale (TO): l’uso di attività significative e personalizzate per mantenere o migliorare le capacità funzionali della persona;
- Stimolazione cognitiva: l’uso di esercizi mentali mirati a potenziare le funzioni cognitive residue.