Marte ci appare come un mondo desolato e polveroso, ma le apparenze, come spesso accade, ingannano. Sotto la sua superficie rossastra si nascondono segreti che stanno riscrivendo la storia dei pianeti. Grazie ai dati sismici della missione InSight della NASA, oggi possiamo sbirciare nelle profondità marziane, scoprendo somiglianze sorprendenti e differenze cruciali con il nostro pianeta.

Un nucleo a due strati, proprio come il nostro
I “martemoti”, i terremoti marziani registrati dal sismometro di InSight, hanno permesso di fare una sorta di “radiografia” del pianeta. E il risultato è stato inaspettato. Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature rivela che il nucleo di Marte non è un’unica massa fusa, ma è composto da due parti distinte: un nucleo interno solido e uno esterno liquido.
Questa struttura è praticamente identica a quella della Terra. Sul nostro pianeta, però, accade qualcosa che su Marte non avviene più. Il movimento del metallo fuso nel nucleo esterno terrestre genera una potente corrente elettrica, creando un campo magnetico che avvolge il pianeta. Questo scudo invisibile è fondamentale perché protegge la nostra atmosfera e ha permesso alla vita di prosperare. Marte oggi non possiede questo scudo, ma i ricercatori sono certi che in passato lo avesse. La grande domanda è: perché è svanito?
Un mantello “grumoso”: la chiave della diversità
La risposta potrebbe trovarsi nello strato intermedio del pianeta: il mantello. Un secondo studio, pubblicato su Science, suggerisce che il mantello marziano non sia omogeneo come si pensava. Invece di una “torta a strati”, assomiglierebbe più a un “gelato variegato”. I “grumi” non sono altro che i resti di antiche e violente collisioni con asteroidi, comete o protopianeti, avvenute agli albori del sistema solare.
“All’inizio del sistema solare… era un po’ come il Far West,” spiega Tom Pike, co-autore dello studio, sottolineando come molto materiale vagasse nello spazio colpendo i pianeti appena formati. Questi frammenti, secondo i ricercatori, sono rimasti “intrappolati” per miliardi di anni. Ciò indica che il mantello di Marte è molto più rigido e denso di quello terrestre e si mescola molto lentamente. Questa staticità ha una conseguenza enorme: intrappola il calore all’interno, rallentando il raffreddamento del nucleo. Potrebbe essere proprio questo lento raffreddamento la causa della scomparsa del campo magnetico marziano, impedendo quei moti convettivi nel nucleo esterno che sono essenziali per generare la dinamo planetaria.
In sintesi Queste scoperte non solo arricchiscono la nostra conoscenza di Marte, ma ci forniscono indizi preziosi su come si formano i pianeti e, soprattutto, su quali ingredienti siano necessari per rendere un mondo abitabile. Ogni dato raccolto ci aiuta a comporre il grande puzzle dell’evoluzione planetaria.
Per approfondire ulteriormente, puoi consultare le fonti ufficiali che hanno guidato queste ricerche:
- La pagina della missione NASA InSight: https://mars.nasa.gov/insight/
- Lo studio pubblicato su Nature: https://www.nature.com/
- Lo studio pubblicato su Science: https://www.science.org/

Angela Buonomo è una content writer appassionata di attualità, innovazione e cultura digitale. Laureata in Comunicazione, unisce precisione giornalistica e curiosità creativa per raccontare le notizie con uno stile chiaro e coinvolgente. Ama scoprire le tendenze del web, esplorare le novità tecnologiche e condividere curiosità che stimolano il pensiero critico e la voglia di approfondire. Sul nostro sito, firma articoli che informano, sorprendono e semplificano anche i temi più complessi.