Sono passati dodici anni da quando a Roma, moriva uno degli attori più amato degli ultimi tempi non soltanto nel nostro paese, ma in tutto il mondo parliamo di Alberto Sordi.
Vivo il suo ricordo degli appassionati dei suoi film, ma oggi viene ricordato in particolare per la battaglia giudiziaria sorta sui suoi beni assegnati dopo la morte della sorella, morta lo scorso ottobre, alla Fondazione che porta il nome dell’attore.
Un pilastro del cinema italiano, insieme a suoi illustri colleghi come: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, solo per far alcuni nomi.
Fin da piccolissimo si cimentava in piccole recite, anche se la sua prima passione artistica fu il canto lirico. Il padre era professore di musica e componente dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
Alberto Sordi nella sua lunga e prestigiosa carriera ha interpretato oltre centoquaranta film e ha vestito i panni di regista in 18 pellicole.
Un attore che è stato definito insieme al collega Aldo Fabrizi e all’indimenticabile Anna Magnani, il rappresentante della “romanità”.
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