E’ arrivata l’estate, l’afa, e il bisogno d’acqua aumenta a dismisura: il problema della scarsità delle risorse idriche si ripropone di anno in anno e sembra non avere soluzione.
Ci sono paesi al mondo senza acqua potabile e paesi come i nostri dove le quantità sperperate sono esorbitanti: appare allora di fondamentale importanza imparare ad evitare gli sprechi, anche quelli meno lampanti.
Il Water Footprint Network ha diffuso la classifica dei cibi con l’impronta idrica più alta, cioè quegli alimenti che richiedono più acqua sia per la coltivazione che per la cottura.
In cima troviamo il tè, per cui occorrono ben 8.860 litri di acqua, pari a 30 litri per ogni bustina da 3 grammi, seguito da carne di maiale a quota 6 mila litri per chilo e il riso a 2.500 litri.
Anche alcolici, pizza e pasta hanno elevati indici, e dobbiamo ricordare che parliamo di acqua dolce. Quindi il fatto che la terra sia formata per il 71% di acqua non aiuta: il 97% di questa è acqua salata.

Giornalista digitale appassionata di innovazione, scienza e cultura streaming. Laureata in comunicazione scientifica, scrive articoli chiari e approfonditi su tecnologie emergenti, servizi digitali e curiosità dal mondo della ricerca. Con uno stile diretto e accessibile, cerco di rendere comprensibili anche i temi più complessi, unendo precisione giornalistica e passione per il futuro. Su questo sito esplora ogni giorno il punto d’incontro tra scienza, tecnologia e intrattenimento.