Il Vaticano sul caso Dj Fabo, con un po’ di retorica afferma: “Vicenda triste ma una sconfitta per la società”.
Sulla vicenda del Dj toltosi la vita in Svizzera, l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, Presidente per la Pontificia Accademia per la vita, dice: “Una sconfitta per la società. Questa tristissima vicenda deve spingerci a riflettere. Guardo con grande apprensione e vicinanza a chi dice non ce la faccio più, lo comprendo. Mi sdegna la società che non riesce a star vicino, ad aiutare, e non riesce a far capire che l’altro è importante, e a farlo sentire utile”.
Stare vicino? E come? Raccontandogli per tutto il giorno una favola o una ninnananna? Farlo sentire utile per chi? Come? Completamente paralizzato, totalmente dipendente dagli altri, completamente cieco? Utile per chi? Per un Dio? Per se stesso? Per la società?
Quest’uomo, ogni uomo, deve poter decidere in quanto portatore di dignità, non dono di chissà quale entità soprannaturale; e Dj Fabo l’ha fatto, perché era immerso nella più completa sofferenza, e lui non era più vivo da tempo: “La sua era una non vita”.
Che almeno avesse, e l’ha avuta, una non vita senza dolore. La sua era solo e soltanto una non vita con dolore.
Ma queste cose, banalissime, a volte sono terribilmente complicate da chi non riesce a capire la differenza fra vivere e non vivere.

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