Hai presentato una richiesta di accesso civico generalizzato, il cosiddetto FOIA italiano, per ottenere documenti e dati dalla Pubblica Amministrazione. E ora? La domanda sorge spontanea: chi decide se la tua richiesta verrà accolta o respinta? Capire chi tiene le redini del processo è fondamentale per muoversi con consapevolezza e far valere il proprio diritto alla trasparenza. Non si tratta di una singola persona, ma di una catena di figure e uffici con ruoli e tempi ben precisi. Vediamo di fare chiarezza.

Il Primo Decisore: L’Ufficio che Detiene Fisicamente i Dati
La prima decisione sulla tua istanza spetta, in modo molto pratico, all’ufficio della Pubblica Amministrazione che materialmente possiede i documenti o i dati che hai richiesto. Non esiste un “Ufficio Accesso Civico” centralizzato per ogni ente. La competenza è di chi ha creato o archiviato quell’informazione.
Come individuarlo? Se non conosci la struttura interna dell’ente, hai due strade principali:
- Inviare la richiesta all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP).
- Indirizzarla all’ufficio protocollo generale dell’amministrazione.
Saranno poi loro a smistarla internamente alla struttura competente. Ricorda: una richiesta precisa, che aiuta l’amministrazione a identificare facilmente i documenti, ha più probabilità di ricevere una risposta rapida e positiva. Evita domande generiche o esplorative.
Dal momento in cui l’ufficio giusto riceve la tua richiesta, ha 30 giorni di tempo per risponderti.
La Variabile Cruciale: I Controinteressati
Il processo può complicarsi se i documenti richiesti contengono dati di altre persone o aziende. Questi soggetti sono chiamati controinteressati. Se l’amministrazione ritiene che la diffusione dei documenti possa danneggiare i loro interessi (come la privacy, il segreto professionale o commerciale), è obbligata a coinvolgerli.
Ecco cosa succede:
- L’amministrazione invia una copia della tua richiesta ai controinteressati.
- I controinteressati hanno 10 giorni di tempo per presentare un’opposizione motivata.
- Durante questo periodo, il termine di 30 giorni per la decisione viene sospeso.
L’opposizione del controinteressato non significa un “no” automatico. L’amministrazione deve soppesare il tuo interesse alla trasparenza con l’interesse del controinteressato alla riservatezza. La decisione finale, che ti verrà comunicata, deve essere ben motivata.
Cosa Fare in Caso di Diniego o Silenzio: Il Riesame
Se l’ufficio competente nega l’accesso o, semplicemente, non risponde entro i 30 giorni (un silenzio che equivale a un inadempimento), non tutto è perduto. Puoi attivare la fase del riesame. Qui entrano in gioco due figure chiave, a seconda dell’ente a cui ti sei rivolto.
Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT)
Ogni Pubblica Amministrazione ha un RPCT. È una figura di garanzia, spesso un dirigente di alto livello, che ha il compito di vigilare sulla trasparenza. In caso di diniego o silenzio, puoi presentargli una richiesta di riesame.
L’RPCT ha 20 giorni di tempo dal ricevimento della tua richiesta per prendere una decisione. Questa non è una semplice formalità: l’RPCT ha il potere di ribaltare la decisione dell’ufficio e ordinare l’accesso ai documenti. Se la questione riguarda dati personali, l’RPCT deve consultare il Garante per la Privacy, il cui parere va reso entro 10 giorni.
Il Difensore Civico: L’Alternativa per Enti Locali e Regioni
Se la tua richiesta era rivolta a una Regione o a un ente locale, hai un’opzione in più. Invece di rivolgerti all’RPCT, puoi fare ricorso al Difensore Civico competente per territorio.
Anche il Difensore Civico esamina la questione e si pronuncia entro 30 giorni. Se ritiene il diniego illegittimo, lo comunica all’amministrazione. Se quest’ultima non si conforma, l’accesso è comunque garantito.
L’Ultima Spiaggia: Il Ricorso al TAR
Se anche la decisione in sede di riesame (sia da parte dell’RPCT che del Difensore Civico) è negativa, o se non ricevi risposta nei termini previsti, l’ultima via è quella giurisdizionale. Puoi impugnare il provvedimento presentando un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) competente. Il termine per presentare ricorso è di 30 giorni dalla conoscenza della decisione negativa o dalla formazione del silenzio-rigetto.
Navigare il processo di accesso civico può sembrare complesso, ma conoscere chi decide e quali sono i passaggi ti dà il potere di agire in modo efficace. La trasparenza è un diritto, e questi strumenti sono a tua disposizione per esercitarlo.

Angela Buonomo è una content writer appassionata di attualità, innovazione e cultura digitale. Laureata in Comunicazione, unisce precisione giornalistica e curiosità creativa per raccontare le notizie con uno stile chiaro e coinvolgente. Ama scoprire le tendenze del web, esplorare le novità tecnologiche e condividere curiosità che stimolano il pensiero critico e la voglia di approfondire. Sul nostro sito, firma articoli che informano, sorprendono e semplificano anche i temi più complessi.