Una tragedia nella tragedia, una brutta notizia che arriva dalle martoriate terre dell’Africa Occidentale, flagellate dal micidiale virus dell’ebola.
Sheik Umar Khan, 39 anni, medico virologo impegnato ormai da mesi nella lotta alla pandemia che sta uccidendo decine di persone, è stato lui stesso contagiato.
Dopo intere settimane passate a stretto contatto con contagiati e corpi martoriati dalle pieghe, lui stasso ha visto sul suo corpo i segni per lui riconoscibilissimi della malattia.
Il medico a giugno in un’intervista aveva espresso il suo timore di poter essere contaggiato, visti anche gli infermieri già deceduti per la stessa causa, ma la volontà e la passione per il suo lavoro non lo avevano fatto desistere dal continuare la propria missione.
Prima febbre, poi emorragie interne ed esterne: questi i sintomi dello Zaire Ebola virus, che uccide il 79 per cento delle persone infettate.
E la pandemia non si riesce ad arrestare: troppi pochi mezzi umanitari da utilizzare, tanta ignoranza sui metodi di contagio tra la popolazione, misure igienico-sanitarie adeguate inesistenti.
Una piaga che speriamo si riesca ad arginare prima che oltrepassi anche i confini nazionali.

Giornalista digitale appassionata di innovazione, scienza e cultura streaming. Laureata in comunicazione scientifica, scrive articoli chiari e approfonditi su tecnologie emergenti, servizi digitali e curiosità dal mondo della ricerca. Con uno stile diretto e accessibile, cerco di rendere comprensibili anche i temi più complessi, unendo precisione giornalistica e passione per il futuro. Su questo sito esplora ogni giorno il punto d’incontro tra scienza, tecnologia e intrattenimento.