Un piccolo cambiamento nel modo in cui parliamo potrebbe rivelare molto sulla nostra salute mentale. Secondo un recente studio condotto dall’Università di Toronto, la velocità del linguaggio parlato potrebbe rappresentare un indicatore precoce e affidabile del declino cognitivo, ben prima della comparsa dei sintomi evidenti di malattie come l’Alzheimer.

Parlare piano: solo una questione d’età?
Nella frenesia della vita quotidiana, spesso non ci accorgiamo di quanto il nostro modo di parlare rifletta lo stato del cervello. Ma ora, la ricerca scientifica dimostra che chi parla più lentamente in età avanzata potrebbe essere a rischio di deterioramento delle funzioni esecutive, ovvero quelle capacità mentali coinvolte nel ragionamento, nella pianificazione e nel controllo dell’attenzione.
L’intelligenza artificiale svela i segnali nascosti
Lo studio, pubblicato nel marzo 2024, ha coinvolto 125 adulti tra i 18 e i 90 anni, tutti in buona salute. Utilizzando un software basato su intelligenza artificiale (IA), i ricercatori hanno analizzato parametri vocali come la velocità del parlato e la fluidità verbale. I risultati hanno evidenziato che una riduzione della velocità di eloquio è correlata a un calo nelle funzioni cognitive, anche in soggetti apparentemente sani.
In particolare, è stato utilizzato un test chiamato compito di interferenza immagine-parola: i partecipanti dovevano riconoscere oggetti mostrati a video mentre ascoltavano parole congruenti o fuorvianti. I tempi di reazione più lenti nei soggetti anziani hanno rivelato un rallentamento generale dell’elaborazione cognitiva.
Fluidità verbale e salute cerebrale
Un altro indicatore analizzato è stata la capacità di nominare rapidamente parole legate a una determinata categoria, come nomi di animali o oggetti. In individui in buona salute, questa abilità si mantiene stabile anche con l’età. Tuttavia, un calo improvviso nella fluidità verbale può essere il segnale precoce di una malattia neurodegenerativa, permettendo di identificare le regioni cerebrali coinvolte.
Verso una diagnosi precoce grazie alla voce
Fino a oggi, gli studi sulla demenza si erano concentrati principalmente su casi celebri già diagnosticati. L’utilizzo di tecnologie di analisi vocale avanzata rappresenta invece un’evoluzione fondamentale, in quanto consente di rilevare cambiamenti sottili nel linguaggio con anni di anticipo, potenzialmente rivoluzionando la diagnosi precoce.
Un indicatore prezioso per la prevenzione
Gli scienziati canadesi invitano quindi a non sottovalutare il ritmo con cui si parla, specie in età avanzata. Monitorare questo aspetto del linguaggio, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, potrebbe diventare uno strumento di prevenzione neurologica accessibile e non invasivo, utile per intervenire in tempo nella lotta contro l’Alzheimer e altre forme di demenza.

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