Vitamina D: la dose massima giornaliera

Una mano che tiene una capsula di gel di vitamina D

La vitamina D è fondamentale per il nostro benessere, ma la domanda su quanta assumerne scatena spesso confusione. Più che una vitamina, è un vero e proprio ormone che il corpo può produrre grazie all’esposizione solare. Eppure, circolano pareri discordanti sul dosaggio corretto. Vediamo di fare chiarezza su qual è la dose massima giornaliera di vitamina D per non correre rischi.


Perché il dosaggio di Vitamina D è così dibattuto?

La vitamina D è cruciale per la salute di ossa, denti e per il corretto funzionamento del sistema immunitario, favorendo l’assorbimento di calcio e fosforo. Tuttavia, stabilire una dose universale è quasi impossibile. Come spiega il Dott. Kai-J. Lüthgens, specialista di medicina di laboratorio, “Non ci sono quasi altri ambiti in cui ci siano così tante informazioni e raccomandazioni diverse”.

Una mano che tiene una capsula di gel di vitamina D

Le linee guida internazionali, infatti, non sono unanimi. La Società Tedesca di Nutrizione (DGE) suggerisce dosi più alte rispetto al National Health Service (NHS) britannico o ai National Institutes of Health (NIH) americani. La nefrologa ed esperta di metabolismo Helena Orfanos-Boeckel sottolinea un punto chiave in un’intervista: “Ognuno ha la propria taglia di scarpe con la vitamina D”.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina D dipende da una serie di fattori strettamente personali:

  • Colore della pelle: Le pelli più scure producono meno vitamina D a parità di esposizione solare.
  • Età e peso: Anziani e persone in sovrappeso hanno spesso esigenze maggiori.
  • Stile di vita: Chi passa molto tempo al chiuso è più a rischio di carenza.
  • Luogo di residenza: L’intensità dei raggi UV varia enormemente con la latitudine, influenzando la produzione di vitamina D da parte dell’organismo. In inverno, in molte regioni italiane, la luce solare non è sufficiente.

Limiti di sicurezza e dosi raccomandate

Per evitare rischi per la salute, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha stabilito dei livelli massimi di assunzione tollerabili (UL) a lungo termine. Questi valori indicano l’assunzione giornaliera massima considerata sicura.

Ecco i limiti definiti dall’EFSA nel 2012:

  • Adulti (incluse donne in gravidanza e allattamento): 100 µg (microgrammi), equivalenti a 4000 UI (Unità Internazionali).
  • Adolescenti (11-17 anni): 100 µg (4000 UI).
  • Bambini (1-10 anni): 50 µg (2000 UI).
  • Neonati (sotto 1 anno): 25 µg (1000 UI).

È importante notare che, per l’integrazione senza supervisione medica, l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione dei Rischi (BfR) consiglia di non superare i 20 µg (800 UI) al giorno. Tuttavia, in presenza di una carenza di vitamina D accertata, il medico può prescrivere dosaggi molto più elevati. Un sovradosaggio può portare a ipercalcemia (eccesso di calcio nel sangue), una condizione che può causare danni renali e aritmie cardiache. Per questo, è fondamentale consultare un medico prima di assumere dosi elevate di vitamina D.

L’approccio più moderno, sostenuto da esperti come la Dott.ssa Orfanos-Boeckel, prevede la personalizzazione della terapia basata sui livelli ematici di 25-OH-vitamina D. Inoltre, l’equilibrio vitaminico corretto richiede anche altri nutrienti come magnesio, boro, calcio e vitamina K2, che lavorano in sinergia.


In definitiva, non esiste una risposta unica per tutti. I limiti di sicurezza forniscono un quadro generale, ma la dose ottimale è strettamente individuale e dovrebbe essere definita sulla base di esami specifici e del parere del proprio medico.

Per approfondire l’argomento, è possibile consultare fonti autorevoli come il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) o portali di informazione medica come Humanitas.

FAQ – Domande Frequenti

Quali sono i sintomi di un eccesso di vitamina D? Un sovradosaggio può causare nausea, vomito, debolezza, disidratazione e minzione frequente. A lungo termine, l’eccesso di calcio nel sangue (ipercalcemia) può portare a calcoli renali, danni ai reni e problemi cardiaci. Per questo è cruciale rispettare le dosi raccomandate dal medico.

Perché con la vitamina D si consiglia di assumere magnesio e K2? La vitamina K2 aiuta a dirigere il calcio verso le ossa e i denti, prevenendone l’accumulo nelle arterie. Il magnesio è essenziale per attivare la vitamina D nell’organismo. Senza questi cofattori, l’integrazione di vitamina D potrebbe essere meno efficace e potenzialmente più rischiosa.

È possibile ottenere abbastanza vitamina D dal sole in inverno? In Italia, specialmente nelle regioni settentrionali, l’inclinazione del sole da ottobre a marzo è tale che i raggi UVB, necessari per la sintesi della vitamina D, sono troppo deboli. Per la maggior parte delle persone, l’esposizione solare invernale è insufficiente a mantenere livelli ottimali.

By Angela Buonuomo

Angela Buonomo è una content writer appassionata di attualità, innovazione e cultura digitale. Laureata in Comunicazione, unisce precisione giornalistica e curiosità creativa per raccontare le notizie con uno stile chiaro e coinvolgente. Ama scoprire le tendenze del web, esplorare le novità tecnologiche e condividere curiosità che stimolano il pensiero critico e la voglia di approfondire. Sul nostro sito, firma articoli che informano, sorprendono e semplificano anche i temi più complessi.

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