Gran Bretagna, sì alla Brexit e sì al nuovo Commonwealth

Gran Bretagna, sì alla Brexit e sì al nuovo Commonwealth

Gran Bretagna, sì alla Brexit e sì al nuovo Commonwealth.

Sempre particolari questi Inglesi. Stavolta, resisi conto che è necessario lanciare una strategia economica alternativa a fronte dell’uscita dall’Europa, pensano di riesumare un’istituzione ormai desueta e francamente incomprensibile, il Commonweath, che riuniva e riunisce tuttora, in maniera stanca e obsoleta, le vecchie colonie di Sua Maestà.

Il nuovo progetto di un Commonwealth 2.0 dovrebbe avere inizio con l’incontro annuale dei ministri dei 52 Paesi facenti parte dell’unione.

L’incontro si terrà giovedì e venerdì prossimi. Vecchie tradizioni coloniali, non sempre bellissime e non sempre smaglianti, dovrebbero tornare in auge. Dovrebbero.

In previsione ci sono nuovi e più solidi legami economici. Ma se conviene alla Gran Bretagna, converrà anche alle ex colonie?

Questo post-colonialismo di ritorno è davvero una buona idea? E siamo sicuri che l’indipendenza economica di questi Paesi sia rispettata, e magari anche quella politica? Non sapremmo.

Se Canada, Nuova Zelanda e Australia, sono ormai quasi interamente indipendenti, il discorso è completamente diverso in Africa, dove storicamente il colonialismo inglese non si è comportato da gentleman, per dirla all’inglese.

Ma la discussione, prevede il Times, anche qui sarà lunga e laboriosa.

By Angela Buonuomo

Giornalista digitale appassionata di innovazione, scienza e cultura streaming. Laureata in comunicazione scientifica, scrive articoli chiari e approfonditi su tecnologie emergenti, servizi digitali e curiosità dal mondo della ricerca. Con uno stile diretto e accessibile, cerco di rendere comprensibili anche i temi più complessi, unendo precisione giornalistica e passione per il futuro. Su questo sito esplora ogni giorno il punto d’incontro tra scienza, tecnologia e intrattenimento.

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