Gli individui di età inferiore ai 75 anni che hanno ricevuto un vaccino mRNA non sono maggiormente a rischio di problemi cardiovascolari, come infarto, ictus o embolia polmonare.
È quanto emerge da uno studio dell’agenzia farmaceutica francese ANSM di martedì.
Lo studio francese ha esaminato individui di età compresa tra 18 e 74 anni, vaccinati o meno, che sono stati ricoverati in ospedale tra il 27 dicembre 2020 e il 20 luglio 2021 per infarto, ictus o emorragia o embolia polmonare.
I risultati mostrano che gli individui che hanno ricevuto un vaccino mRNA (Pfizer e Moderna) non erano soggetti ad aumentato rischio di malattie cardiovascolari che possono verificarsi durante le prime tre settimane dopo la vaccinazione.

Ma con i vaccini basati sull’adenovirus, come i vaccini di AstraZeneca e Janssen, i ricercatori indicano “un rischio leggermente aumentato di infarto del miocardio ed embolia polmonare negli adulti durante le due settimane dopo la vaccinazione“.
Anche altri studi internazionali sono giunti a questa conclusione.
Un altro studio francese su persone di età compresa tra 12 e 50 anni ha rilevato che i vaccini Pfizer e in particolare Moderna aumentavano il rischio di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) o pericardite (infiammazione del sacco cardiaco) entro sette giorni dalla vaccinazione.
Si dice che gli uomini di età inferiore ai 30 anni corrano un rischio ancora maggiore.

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