Ictus lieve: i segnali da non ignorare

Intorpidimento vertigini o difficoltà a parlare possono essere sintomi di un ictus lieve o TIA

Un intorpidimento passeggero alla mano, un attimo di vertigine, una parola che non esce come dovrebbe. Spesso liquidiamo questi episodi come semplice stanchezza o stress. Eppure, potrebbero essere i primi, subdoli segnali di un attacco ischemico transitorio (TIA) o di un ictus lieve, condizioni che colpiscono sempre più anche persone giovani.

Intorpidimento vertigini o difficoltà a parlare possono essere sintomi di un ictus lieve o TIA

Riconoscere i sintomi: non solo paralisi

L’immaginario comune associa l’ictus a un evento drammatico e invalidante, con una paralisi improvvisa. Tuttavia, in molti casi, specialmente in quelli definiti “lievi”, i campanelli d’allarme sono molto più sfumati e temporanei. Proprio la loro natura passeggera li rende estremamente pericolosi, perché porta a sottovalutarli.

I segnali a cui prestare massima attenzione includono:

  • Debolezza o intorpidimento improvviso a un lato del corpo (viso, braccio o gamba).
  • Confusione mentale o difficoltà a parlare e comprendere.
  • Problemi di vista improvvisi a uno o entrambi gli occhi.
  • Forti vertigini, perdita di equilibrio o coordinazione.
  • Mal di testa intenso e improvviso, senza una causa apparente.

Questi sintomi possono durare pochi minuti per poi scomparire. L’errore più grande è pensare che, una volta svanito il sintomo, sia passato anche il pericolo.

Il pericolo di un attacco “transitorio”

Un attacco ischemico transitorio (TIA), spesso chiamato “mini-ictus”, è causato da un’interruzione temporanea del flusso di sangue al cervello. Sebbene i sintomi si risolvano da soli, un TIA è un avvertimento potentissimo. Fonti autorevoli, come l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sottolineano che circa un terzo delle persone che hanno un TIA subisce un ictus più grave entro un anno.

Le statistiche del settore sono chiare: ignorare questi segnali significa perdere la “finestra terapeutica”, ovvero le prime ore cruciali (solitamente 4,5) in cui i trattamenti come la trombolisi possono essere più efficaci nel prevenire danni permanenti. Secondo diversi studi, il rischio di recidiva di ictus dopo un TIA non trattato è significativo:

  • Circa il 10-15% dei pazienti ha un ictus entro 3 mesi.
  • Molti di questi eventi si verificano nei primissimi giorni successivi al TIA.

Questo rende fondamentale non “aspettare che passi”, ma rivolgersi immediatamente a un medico o al pronto soccorso per una valutazione.

Anche se i sintomi sembrano banali e si risolvono in fretta, la causa sottostante – un’ostruzione vascolare o un problema di coagulazione – rimane. Agire tempestivamente permette di indagare l’origine del problema e iniziare una terapia preventiva per evitare un evento molto più grave e con conseguenze permanenti.

Per approfondire e consultare dati affidabili, puoi visitare siti istituzionali:

By Angela Buonuomo

Giornalista digitale appassionata di innovazione, scienza e cultura streaming. Laureata in comunicazione scientifica, scrive articoli chiari e approfonditi su tecnologie emergenti, servizi digitali e curiosità dal mondo della ricerca. Con uno stile diretto e accessibile, cerco di rendere comprensibili anche i temi più complessi, unendo precisione giornalistica e passione per il futuro. Su questo sito esplora ogni giorno il punto d’incontro tra scienza, tecnologia e intrattenimento.

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