L’istamina è un composto azotato ampiamente diffuso nell’organismo, dove ricopre un ruolo di primo piano nelle risposte infiammatorie e allergiche, nella secrezione gastrica e in alcune attività cerebrali.
Oltre che dall’uomo, l’istamina può essere prodotta anche da altri organismi – più o meno complessi – per semplice decarbossilazione dell’amminoacido istidina.
Il nostro organismo la produce in particolare come risposta ad un allergene. Serve quindi a mettere in allerta il corpo che è presente qualcosa di estraneo e dunque potenzialmente pericoloso. Livelli molto alti di istamina portano alla comparsa di reazioni allergiche.
Pochi sanno però che l’istamina è anche contenuta (in diversi quantitativi) all’interno di alcuni alimenti.
L’esempio più caratteristico di cibo ricco di istamina, al punto da scatenare problemi a chi lo assume, è quello del pesce conservato troppo a lungo e/o in maniera inopportuna.
I sintomi dell’intolleranza all’istamina sono molto simili a quelli di una classica reazione allergica di tipo alimentare o non. Quindi possiamo veder comparire crampi addominali, mal di stomaco, diarrea, flautolenza, prurito e orticaria, mal di testa, asma e difficoltà respiratorie, naso chiuso, irritazioni e senso di prurito agli occhi, tachicardia e vertigini.
Generalmente bastano circa 40 minuti dopo aver assunto un alimento ricco di istamina per veder insorgere questi fastidi.
Tuttavia, oltre ai sintomi descritti, nei casi di maggior ipersensibilità può manifestarsi un quadro clinico molto grave. I casi più severi possono arrivare a produrre un brusco calo della pressione arteriosa, fino al collasso cardio-circolatorio.
In Italia è la legge a fissare i limiti di istamina massimi che possono essere contenuti negli alimenti. Il regolamento 2073/2005 è la norma quadro che stabilisce i criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari per alcuni microrganismi; definisce anche i criteri di sicurezza alimentare riguardanti l’istamina, e i piani di campionamento dei prodotti della pesca ottenuti da specie ittiche associate con un tenore elevato di istidina.
Il pericolo per il consumatore che ingerisce alimenti con elevate quantità di istamina è la cosiddetta “sindrome sgombroide”. I sintomi possono essere: nausea, diarrea, vomito, rossore, prurito, cefalea e nei casi più gravi shock e collasso del sistema cardiovascolare. Ovviamente la quantità di istamina necessaria per la manifestazione clinica della sindrome sgombroide dipende da diversi fattori come sensibilità individuale, allergia all’istamina, assunzione di farmaci, patologie concomitanti, età.
Grazie ai controlli costantemente effettuati sui prodotti che acquistiamo, è stato possibile scoprire che i valori limite sono stati superati dalle colatura di Alici che la grande catena Auchan ha prontamente richiamato.
Il prodotto nello specifico è quello nella confezione del peso da 100 ml, e ne è stato richiamato solo un lotto, ovvero quello la cui scadenza sarebbe del 31/08/2019.

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