Un nuovo messaggero dalle profondità dello spazio sta attraversando il nostro Sistema Solare, e la sua natura è un vero e proprio rompicapo per gli scienziati. L’oggetto interstellare 3I/Atlas mostra una luminosità anomala che sfida le nostre attuali conoscenze sulle comete e gli asteroidi. L’astrofisico di Harvard, Avi Loeb, analizza i dati e avanza ipotesi affascinanti.

Un Bagliore Misterioso Osservato da Hubble
Le immagini più recenti e dettagliate di 3I/Atlas, catturate dal Telescopio Spaziale Hubble il 21 luglio 2025, hanno rivelato qualcosa di inaspettato. Invece di una classica coda cometaria, l’oggetto presenta un bagliore residuo concentrato, una sorta di chioma luminosa. L’analisi del profilo di luminosità ha mostrato una pendenza insolitamente ripida, con un andamento radiale di potenza pari a -4.
Come spiegato dal professor Loeb in un recente studio, questo valore è molto più accentuato di quello che ci si aspetterebbe dalla semplice polvere che riflette la luce solare, un modello che per le comete del nostro sistema solare si attesta solitamente su un valore meno marcato. Questa peculiarità suggerisce un meccanismo diverso e apre la porta a un’ipotesi sorprendente: e se il bagliore provenisse dall’oggetto stesso?
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Le Ipotesi sull’Origine della Luce di 3I/Atlas
Se 3I/Atlas emettesse luce propria, le sue dimensioni potrebbero essere radicalmente diverse da quelle stimate. Il modello basato sulla riflessione della luce solare suggerisce un diametro enorme, fino a 20 chilometri, una dimensione statisticamente improbabile per un visitatore interstellare. Se invece la luce fosse generata internamente, la sua dimensione effettiva potrebbe essere inferiore ai 100 metri, rendendolo simile per dimensioni ai suoi predecessori interstellari, `Oumuamua e Borisov.
Ma cosa potrebbe alimentare una tale luminosità, stimata in circa 10 gigawatt? Avi Loeb ha esaminato diverse possibilità:
- Emissione Termica: Esclusa, poiché richiederebbe temperature superficiali superiori ai 1.000 Kelvin, incompatibili con i dati osservati.
- Sorgente Nucleare Naturale: Un frammento radioattivo proveniente da una supernova. Altamente improbabile data la rarità di tali materiali.
- Attrito con il Mezzo Interplanetario: I calcoli dimostrano che la densità del gas e delle polveri nel percorso di 3I/Atlas è troppo bassa per generare un simile effetto.
Resta quindi l’ipotesi più affascinante, sebbene speculativa: che la fonte luminosa centrale sia di origine artificiale. “Potrebbe essere un veicolo spaziale a propulsione nucleare,” suggerisce Loeb, “e la polvere emessa potrebbe essere detrito accumulato durante il suo viaggio”.
Conclusione Il mistero di 3I/Atlas è ancora lontano dall’essere risolto. Le osservazioni attuali pongono più domande che risposte, spingendo i confini della nostra comprensione degli oggetti che vagano tra le stelle. La prossima grande opportunità per svelare la sua vera natura arriverà a ottobre 2025, quando l’oggetto passerà relativamente vicino a Marte, permettendo alla sonda Mars Reconnaissance Orbiter di osservarlo da una prospettiva privilegiata.
Per approfondire:
- Scopri di più sui visitatori interstellari sul sito della NASA.
- Segui gli aggiornamenti del Galileo Project, guidato da Avi Loeb.