Matteo Renzi era presente alla festa dell’Unità di Bologna dove è stato contestato. Il governo è alla vigilia del voto finale sull’Italicum e alla vigilia dello sciopero della scuola organizzato da tutte le associazioni sindacali.
“Possono mandarci a casa, non fermarci”. Lo sciopero del 5 maggio poi la manifestazione degli insegnanti che apre alle contestazioni alla presenza della polizia.
Il premier è stato contestato e non si lamenta dei fischi che lo subissano, “non ci fermiamo per tre fischi”. Poi Renzi incontra i precari della scuola e parla delle nuove possibili modifiche agli emendamenti del ddl: “Nella Buona scuola ci sono molte cose che si possono cambiare, la nostra non è una proposta prendere o lasciare”.
Sull’Italicum dice: “non è il momento di continuare a parlare, dobbiamo tirarci su le maniche”.
Enrico Letta annuncia il suo voto contrario alla legge elettorale: “Renzi è come Berlusconi, si fa da solo le regole”. Nel Pd giovedì scorso in 38 non hanno votato la fiducia sull’Italicum, ironizza Letta, “è perché il premier ha un altissimo potere di convincimento”. Renzi confida che nel Pd non ci saranno scissioni: “Su alcune cose non la pensiamo tutti allo stesso modo, ci confrontiamo, litighiamo un po’ ma poi andiamo avanti tutti insieme”.