Roma, piazza Barberini. Il tassista che nella giornata di giovedì 2 aprile ha aggredito Antonio Cavallaro, 64 anni, è tornato a lavorare.
Il suo taxi è passato anche per piazza Barberini, il luogo dell’aggressione a Cavallaro.
Il pover’uomo si era fermato per comprare delle medicine al figlio disabile. Il tassista lo ha picchiato perché aveva sostato momentaneamente dove non poteva, lasciandolo a terra sanguinante sotto gli occhi increduli di alcuni passanti e del suo stesso figlio disabile, successivamente Cavallaro è stato trasportato in ospedale.
Il tassista nella giornata di ieri, venerdì, ha continuato a lavorare anche nella zona incriminata, trasportando come nulla fosse clienti da una parte all’altra della città. E rimarrà in servizio anche nelle prossime settimane. I tempi burocratici in questi casi sono infiniti.
Il Comune ha spiegato che la legge per i tassisti ha un procedimento molto complicato. Per prima cosa il Dipartimento deve acquisire il verbale, mentre non viene svolta nessuna verifica nell’immediatezza del fatto.
Poi tra il Tribunale e le Forze dell’Ordine ci sono dei “differenti tempi di reazione” perciò la presa in carico della denuncia ha tempistiche diverse.
Una volta giunto il verbale il caso passa alla Commissione di garanzia, e intanto passano settimane. Poi si torna al Dipartimento che emette la sanzione e invia tutte le pratiche al giudice. Intanto, ovviamente, il tassista ha diritto alla difesa.
Infine tutto passa in tribunale. Il gip esamina le carte e se è tutto in regola convalida la sanzione e la invia al tassista.
Un iter che prevede circa due mesi di tempo prima di fare giustizia.
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