Martedì primo aprile parte l’operazione taglio stipendi per i manager di Stato. E a quanto pare non si tratta di un pesce d’aprile.
In altri tempi fra l’annuncio di un taglio degli stipendi dei manager e la concretizzazione dell’operazione, sarebbero passati anni, e il tutto sarebbe stato filtrato da compromessi così compromettenti, che sicuramente alla fine non se ne sarebbe fatto nulla.
Ora pare che la fissazione del tetto agli stipendi per i manager statali delle società non quotate dello Stato, sarà operativa da martedì prossimo, a pochissimi giorni dall’annuncio del premier Renzi.
Ogni amministratore delegato di queste aziende non potrà percepire più di 311.000 euro l’anno, cifra comunque più che ragguardevole. Vale a dire che non potrà percepire più del Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Ci sarà poi un’ulteriore suddivisione in fasce, per la precisione tre, secondo la tipologia societaria considerata in base alla produzione, gli investimenti e il numero di dipendenti.
La nuova normativa comunque non inciderà sulle società partecipate dallo Stato quotate in borsa, tipo Eni, Enel e Finmeccanica.

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