Nonostante la fuga di cervelli dei nostri ricercatori in posti dove il loro talento e la loro professionalità viene valorizzata e potenziata, l’Italia può ancora fregiarsi di grandi nomi che permettono al nostro paese di fare passi da gigante in ogni ambito del sapere.
E in ambito scientifico è di un team italiano la straordinaria scoperta dell’origine delle formazioni tossiche nel cervello che causano la malattia di Alzheimer.
La ricerca è pubblicata su “Nature communications”e lo studio è stato coordinato da Antonino Cattaneo della Scuola Normale superiore di Pisa, in collaborazione con Giovanni Meli (Ebri di Roma) e Roberta Ghidoni (Irccs Fatebenefratelli di Brescia), svolto presso l’istituto di ricerca sul cervello fondato dall’Accademica dei Lincei Rita Levi Montalcini.
Questi scienziati, attraverso studi condotti sui criceti, hanno individuato il sito intracellulare dove cominciano a formarsi gli oligomeri del peptide abeta che danno inizio a questa patologia neuro-degenerativa che in pochi anni porta alla perdita di tutte le funzioni cognitive e motorie.
L’importanza di questa scoperta sta soprattutto nel fatto che consente di prospettare una strategia sperimentale dal forte potenziale terapeutico: una speranza per i tanti ammalati nel mondo che, dopo la diagnosi, non hanno mezzi per combattere la loro battaglia per la vita.

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