Quasi ogni anno vincono i grandi: il lettore è cosi abituato ai loro stili, ai loro modi di narrare, alla loro visione del mondo che spesso non riesce ad andare oltre e a vedere la bellezza del nuovo, del giovane, dell’inedito, del diverso.
Suona strano quindi, ma pieno di speranze, il fatto che il premio Campiello quest’anno è stato vinto da Giorgio Fontana, con una storia che racconta della lotta di un magistrato con il terrorismo, nei primi anni 80.
I trecento giudici, della giuria popolare formata da lettori anonimi che cambiano di anno in anno, hanno premiato “Morte di un uomo felice”: il romanzo di Fontana si è aggiudicato 107 voti favorevoli ed è ad oggi tra i più giovani vincitori nella storia del Campiello.
Due anni e mezzo per creare, lunghi mesi in cui il processo creativo sembrava ristagnare, un silenzio in cui ascoltare solo il rumore dei pensieri, ma il Premio Campiello 2014 è solo una immensa soddisfazione, non cambia certo la vita.
Da domani si torna in ufficio.

