Per tanti anni due famiglie hanno cresciuto le loro figlie ignari di ciò che era avvenuto all’interno della clinica in cui le bambine erano venute al mondo. Poi un giorno, dieci anni dopo il lieto evento della nascita della figlia, il padre di una delle bambine, sospettoso per la poca somiglianza tra la figlia e il resto della famiglia, ha deciso di effettuare il test del Dna ma sicuramente mai si sarebbe aspettato di sapere quello che ha poi scoperto.
L’uomo infatti ha scoperto che non solo non era lui il padre biologico di Manon, la bambina che aveva cresciuto come una figlia, ma neppure la moglie era la madre biologica. Da li la ricerca che ha portato a scoprire un’altra famiglia in cui si presentava lo stesso problema e all’interno della quale hanno trovato la propria figlia. All’origine dell’errore la sbadataggine di un’infermiera, che secondo i vertici ospedalieri aveva problemi di alcol e depressione, che aveva scambiato i braccialetti di riconoscimento delle neonate. “400 mila euro per figlia scambiata, 300 mila euro per ciascuno dei tre genitori (coinvolti nel procedimento) e 60 mila euro per ciascun fratello e sorella, in numero di tre”, questo il risarcimento che spetterà ad entrambe le famiglie, risarcimento di 1,8 milioni di euro che la clinica di Cannes dovrà pagare.
Le ragazze hanno avuto modo di conoscere i veri genitori ma la decisione da loro presa è stata quella di rimanere con coloro che per anni hanno creduto i veri genitori ed ai quali sono legati da un profondo amore.