Tutti i femminicidi sono terribili, efferati, ingiustificabili, ma forse quello di Francesca lo è paradossalmente un po’ di più, per quello che le è stato fatto prima di ucciderla, per il suo lieve ritardo mentale che la rendeva più vulnerabile, per l’assenza di un movente atto a “giustificare” tanto accanimento.
Francesca Fantoni, la donna di 39 anni trovata senza vita lunedì mattina in un parco pubblico a Bedizzole, nel Bresciano, è stata violenta prima di essere uccisa.
Lo ha stabilito l’autopsia eseguita dai medici di Medicina legale degli Spedali civili di Brescia sul corpo della 39enne che era affetta da un ritardo cognitivo.

La donna era molto conosciuta in paese e quindi quando sabato notte non è tornata a casa in tanti si sono attivati, anche sui social network, per le sue ricerche.
Il cadavere di Francesca è stato poi trovato lunedì dietro alcuni cespugli in un parco nel centro del paese.
L’omicida, con il quale Francesca era uscita sabato sera, è stato fermato poche ore dopo il delitto, anche se ha confessato solo dopo giorni: l’uomo che ha abusato di lei e poi, probabilmente per non farla scappare e per impedirle di raccontare tutto, l’ha colpita al volto violentemente a mani nude e l’ha strangolata fino ad ucciderla.