A seguito dell’ultimo episodio legato all’assunzione senza freni di stupefacenti, in questo caso ecstasy, c’è stata la richiesta, ottenuta, di chiusura della discoteca del Cocoricò.
Ma gli azionisti del locale non ci stanno, in questo modo uno dei più grandi locali della notte italiana, potrebbe rischiare di chiudere definitivamente, visto che il periodo richiesto è di quattro mesi, un periodo forse esagerato.
“Chiudere oggi il Cocoricò non serve a nulla, anche perchè senza decisioni importanti per battere la cultura dello sballo, fatti luttuosi come quelli del sedicenne morto per ecstasy purtroppo continueranno ad accadere”.
Questo le parole di Fabrizio De Meis, azionista del locale, ma la realtà dei fatti è anche che in quel locale c’è lavoro e tanti potrebbero perdere il posto: “Duecento famiglie si ritroveranno senza lavoro e purtroppo tutti noi continueremo a non avere mezzi utili per battere la logica dello sballo, logica che il Cocoricò ha sempre tentato di battere, favorendo un divertimento sano e sicuro”.
“Poco tempo fa abbiamo proposto, anche nel corso di un’iniziativa parlamentare, di approvare una normativa che prevedesse l’applicazione di un Daspo per chi avesse spacciato o usato droghe e l’utilizzo di un tampone all’ingresso dei locali per verificare che gli avventori non avessero già assunto droghe”.
Dunque il Cocoricò si è sempre prodigato contro le sostanze stupefacenti, a questo punto è stato annunciato anche il ricorso al Tar, contro la chiusura di quattro mesi del locale.

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