Per perdere peso, magari in fretta e senza troppi sacrifici a livello di sport, si sono affermati regimi dietetici che tendono ad eliminare quasi del tutto i carboidrati.
Le diete a basso contenuto di carboidrati nascono negli anni ’90 negli Stati Uniti e promettono dimagrimenti quasi miracolosi: da 2 a 4 chili alla settimana.
Le dieta low carb, come per esempio la South Beach e la Paleolitica, riducono a meno di 100 grammi al giorno i carboidrati: in questo modo il corpo si ripulisce dagli zuccheri (responsabili dell’innalzamento della glicemia) ed è obbligato ad attaccare i grassi per reperire il carburante necessario al suo funzionamento. Gli alimenti che innalzano i livelli di glicemia come pasta, pane bianco e dolci sono assimilati molto velocemente e stimolano il metabolismo a trasformare il glucosio in grasso. Con cibi proteici questo processo non avviene.
Eppure, a quanto pare, assumere pochi carboidrati, al di là dell’effetto sull’adipe, pare sia controproducente per la salute in generale, dato che accorcia la vita addirittura di quattro anni.
A sostenerlo è una ricerca pubblicata su Lancet Public Health del Brigham and Women Hospital di Boston che ha studiato i risultati ottenuti con diete low carb e con diete complete di carboidrati in varie percentuali.
I risultati migliori per la salute sono ottenuti con diete che includono i carboidrati in percentuale compresa tra il 50-55% dell’energia.
Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 15400 persone che avevano partecipato allo studio Atherosclerosis Risk in Communities Study, verificando che sia una dieta con un basso apporto di carboidrati, inferiore al 40% dell’energia totale, sia con un apporto troppo alto, oltre il 70%, erano legate ad un aumento della mortalità, mentre il rischio più basso era associato ad un consumo moderato, tra il 50% e il 55% dell’energia.
I soggetti studiati, spiegano gli autori, sono stati seguiti per 25 anni, dopo aver compilato all’inizio dello studio e dopo sei anni, un questionario sulle abitudini alimentari.
Dai dati raccolti è emerso che a partire dai 50 anni l’aspettativa media di vita è di altri 33 anni per chi ha un apporto moderato di carboidrati, quattro anni in più di chi ha un apporto basso e uno in più di chi lo ha alto.
In buona sostanza, quindi, la longevità sarebbe più favorevole a diete cosiddette equilibrate.
Dallo studio è inoltre emerso che la mortalità tende ad aumentare in presenza di regimi alimentari in cui i carboidrati vengono rimpiazzati da cibi grassi o da proteine di derivazione animale; quando invece sono i prodotti a base vegetale a sostituire i glucidi, il rischio sembra essere di gran lunga minore.
La dott.ssa Sara Seidelmann, assistente clinica e di ricerca in medicina cardiovascolare presso il Brigham e Women’s Hospital di Boston, che ha condotto la ricerca, ha spiegato:
“Le diete a basso contenuto di carboidrati che sostituiscono i carboidrati con proteine o grassi stanno guadagnando popolarità diffusa come strategia per la salute e la perdita di peso. Tuttavia, i nostri dati suggeriscono che le diete a basso contenuto di carboidrati, che sono prevalenti nel Nord America e in Europa, potrebbero essere associate a una durata di vita più breve e dovrebbero essere scoraggiate. Invece, se si sceglie di seguire comunque una dieta a basso contenuto di carboidrati, sostituire carboidrati per più grassi e proteine vegetali potrebbe effettivamente promuovere un invecchiamento sano a lungo termine.”

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