Purtroppo non si tratta di un ritorno gradito, anzi: dopo oltre trent’anni di assenza torna la trichinella in Italia.
La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti tranne che nell’Antartico, l’infezione, come noto, può essere trasmessa sia ad altri esemplari che all’uomo il quale, poco dopo l’ingerimento del pezzo di carne contaminata, sviluppa sintomi quali diarrea, febbre, cefalea e malessere.

A rilevare la spiacevole notizia gli Istituti zooprofilattici di Lazio, Molise, Sardegna e Toscana a seguito dei prelievi dei veterinari delle Asl dei comprensori citati.
Nello specifico nelle regioni succitate sono risultati positivi a questa zoonosi diversi cinghiali selvatici, che potrebbero aver trasmesso la patologia anche ad altri esemplari ed alla selvaggina in generale.
Ecco perché è stata sollevata un’allerta che però non deve spaventare, ma solo far tenere gli occhi ben aperti. Del resto, per rendere innocua la carne infetta, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è necessaria la cottura a temperature superiori ai 70°: particolare che espone a seri rischi salsicce e affettati.