Quando Henry James nel 1897 pubblicò il suo libro, a puntate su una rivista, non avrebbe potuto indovinarne il successo, ma neppure che sarebbe stato straordinariamente attuale a oltre un secolo di distanza.
Il tema delle famiglie disfunzionali è quantomai scottante e sentito, in una società dove separazioni e divorzi sono all’ordine del giorno, e sono i figli a pagarne lo scotto maggiore.
Torna in questi giorni nelle sale cinematografiche, nella versione firmata dal duo di registi americani Scott McGehee e David Siegel, in una rilettura contemporanea di questa storia, basandosi sulla sceneggiatura di Carroll Cartwright.
Il film racconta tutto quello che un genitore non dovrebbe mai fare: togliere credibilità all’altro genitore, screditarlo, mettere in bocca al figlio parole non sue, usare l’affetto come minaccia, costringerlo a scegliere tra i due.
In “Quel che sapeva Maisie” Julianne Moore interpreta Susanna, una rockstar distratta e poco equilibrata che cerca di amare la figlia 6enne Maisie (Onata Aprile), nonostante il suo ego smodato prevalga sempre, mentre Steve Coogan è invece Beale, marito di Susanna e padre di Maisie, uomo d’affari sorridente ma poco presente.