Inutile girarci intorno: la sanità pubblica del sud non avrebbe mai la forza necessaria per affrontare un numero ingente di ricoveri dovuti al coronavirus e quindi inevitabilmente il numero dei decessi salirebbe vertiginosamente.
L’unica possibilità, al momento, è quella di contenere i contagi, rispettando il più possibile la quarantena.
La Campania, come del resto l’intero stivale, è zona rossa ma il governatore, Vincenzo De Luca sta mettendo in atto ulteriori misure restrittive, per riuscire a tenere fuori dal baratro la sua regione.
Nello specifico, con l’ordinanza n.13 del 12 marzo 2020, e fino al 25 di questo mese, la Regione Campania applica ancora più stringenti provvedimenti volti a contrastare il dilagare del contagio di Covid-19.
“Sono vietate le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. I relativi esercizi sono temporaneamente chiusi, fino alla data 25 marzo 2020”. Contestualmente, i “supermercati e gli altri esercizi di vendita di beni di prima necessità che restano aperti sono legittimati ad effettuare consegne a domicilio soltanto di prodotti confezionati e da parte di personale protetto con appositi DPI”.

L’ordinanza dispone inoltre che sia “vietato lo svolgimento di fiere e mercati per la vendita al dettaglio, anche relativi ai generi alimentari”, e contiene il divieto di “frequentare parchi urbani e ville comunali”.
De Luca ha poi annunciato il taglio dei servizi di trasporto per il rischio contagio da Coronavirus. Un’altra misura durissima concordata con i sindacati di settore che vede l’intero comparto ridurre il totale delle corse del 50%.
Infine il Presidente campano ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri dell’Interno e della Difesa e al Capo della Protezione Civile Nazionale per chiedere l’intervento dell’esercito per vigilare sull’effettiva esecuzione di tutte le ordinanze.