Lavori ben pagati che nessuno vuole fare

Operai e professionisti tecnici al lavoro in ambienti difficili

Nel mercato del lavoro italiano ed europeo emerge un paradosso: da un lato molte imprese segnalano difficoltà a reperire personale per alcune mansioni manuali, tecniche o caratterizzate da condizioni impegnative; dall’altro, tali lavori spesso offrono retribuzioni competitive proprio per compensare questa scarsità. Sapere Virgilio
In altri termini: esistono posti di lavoro ben pagati che non attraggono sufficientemente candidati. Questo fenomeno merita essere indagato: capire quali sono queste professioni, perché resistono all’ingaggio, quali opportunità potrebbero offrire e quali implicazioni fiscali e commerciali bisogna valutare.

Operai e professionisti tecnici al lavoro in ambienti difficili

Quali lavori e perché

Esempi frequenti

Ecco alcune professioni che ricorrono nei vari studi come “ben pagate e poco appetibili”.

  • Operatore ecologico / netturbino: attività che richiede turni spesso mattinieri o notturni, lavori fisici e magari in condizioni “difficili”. Retribuzioni segnalate intorno a ~1.250 €/mese per alcune realtà italiane.
  • Disinfestatore / derattizzatore / operatore bonifica: ambienti poco “amati”, presenza di rischi o fastidi, ma retribuzioni che in certi casi vanno da ~1.200‑1.600 €/mese.
  • Camionista: lavoro su strada, spesso lontano da casa, ma con compensi (a seconda della tratta) indicati a ~1.400‑2.000 €/mese o più.
  • Mestieri artigianali o tecnici come falegname, idraulico, fabbro: lavori tradizionali, fisicamente impegnativi, che però secondo alcune stime offrono retribuzioni “above average” rispetto alla media di settore.
  • Lavori pericolosi: addetti ad impianti elettrici, capisquadra in costruzioni, operazioni in quota o ambienti complessi. Retribuzioni maggiorate anche per il rischio implicito.

Perché nessuno (o pochi) li vogliono fare

Le ragioni sono molteplici:

  • Condizioni di lavoro sfavorevoli: orari scomodi (mattina presto, notturni), turni, lontananza da casa, ambienti “difficili”. Per esempio, per l’operatore ecologico: “iniziare il turno prima delle 6 del mattino”.
  • Percezione sociale: lavori considerati “umili”, manuali, poco glamour o poco desiderati dalle nuove generazioni che preferiscono percorsi professionali “di prestigio”.
  • Domanda di competenze tecniche o specialistiche che molti giovani evitano: la scuola punta spesso verso il percorso universitario “classico”, mentre molti mestieri tecnici/manuali sono “snobbati”.
  • Rischio o fatica: lavori che implicano pericolo, rischio fisico, stress, responsabilità elevata, ciò che ne riduce l’attrattività nonostante il compenso.
  • Disallineamento tra domanda e offerta: ci sono posti aperti, ma poche candidature adeguate.

Perché “ben pagati”

Il concetto di “ben pagato” va inteso relativamente: rispetto alla media per mansione equivalente, all’importanza della competenza richiesta, alla scarsità di candidati e alle condizioni di lavoro. Per alcune fra le professioni citate, le retribuzioni sono superiori alla media del settore o offrono bonus/indennità per compensare condizioni difficili. Ad esempio: “addetto bonifica amianto: 1.400‑2.700 €/mese”.
Va comunque precisato che “ben pagato” non significa sempre “ricchissimo” o “senza sforzo”: spesso richiede impegno, specializzazione, rischio o condizioni meno comode.


Opportunità per chi vuole coglierle

Se si considera di orientarsi verso uno di questi lavori “non appetiti ma ricercati”, è opportuno valutare i seguenti elementi:

  1. Valutazione delle condizioni: prima di accettare bisogna capire orari, turni, ambiente, mobilità, distanza da casa, rischio fisico.
  2. Formazione e certificazioni: anche per lavori manuali o artigianali la formazione specifica è un plus (es. corsi bonifica amianto, patente per camionista, certificazioni per elettricisti). Ad esempio, per operatore impianto rifiuti: potrebbero essere richiesti patentini muletto o patente mezzi.
  3. Stabilità e prospettive di crescita: scegliere aziende con struttura solida, valutare possibili aumenti, indennità, bonus legati alla difficoltà del ruolo.
  4. Fiscalità e forma contrattuale: verificare se si tratta di contratto dipendente, lavoro autonomo, cooperativa. In Italia, per lavoratori dipendenti, bisogna considerare contributi INPS, imposte IRPEF, eventuali indennità di rischio che possono essere assoggettate in modo specifico. Per lavoratori autonomi artigiani o imprese, valutare partita IVA, regime fiscale, costi contributivi.
  5. Autonomia e imprenditorialità: in alcuni casi, la scelta di mettersi in proprio può premiare – ad esempio, un idraulico o un falegname esperto può aprire partita IVA o impresa individuale e ampliare guadagni tramite commesse proprie.
  6. Domanda elevata e scarsa concorrenza: il vantaggio competitivo è che, in un mercato con pochi candidati, le negoziazioni salariali o le condizioni possono essere migliori.

Implicazioni fiscali, commerciali e del lavoro

Per un lavoratore dipendente

  • Retribuzione lorda: dal lordo al netto va considerata la trattenuta IRPEF, addizionali regionali/comunali, contributi INPS a carico lavoratore e datore.
  • Indennità specifiche (es. notturne, turni, rischio) vanno incluse nella base imponibile salvo casi particolari.
  • Eventuali premi o bonus: attenzione a come sono erogati e tassati.

Per un lavoratore autonomo o impresa individuale

  • Forma giuridica: ditta individuale, artigiano, SRL semplificata, etc., da valutare in base al volume d’affari, rischi e costi.
  • Regime fiscale: se si prevede bassa complessità e fatturato sotto soglia, potrebbe essere applicabile il regime forfettario (se soddisfa i requisiti) oppure regime ordinario.
  • Contributi: artigiani e commercianti versano contributi fissi + percentuali INPS; verifica soglia e modalità.
  • Costi deducibili: per professioni che richiedono strumenti, mezzi, patenti, formazione, vanno valutati come costi deducibili per l’impresa.

Aspetti contrattuali e del lavoro

  • Tipologia contrattuale: apprendistato, tempo indeterminato, lavoro a tempo determinato, somministrazione. Per lavori manuali o tecnici la forma più stabile è spesso l’assunzione diretta.
  • Tutela sicurezza: per attività rischiose (bonifica amianto, impianti elettrici) l’azienda deve rispettare le normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D. Lgs. 81/2008).
  • Incentivi e agevolazioni: in alcuni settori artigianali o difficili da reperire possono esserci incentivi regionali o nazionali per l’assunzione di figure “cruciali”. È opportuno verificarli con l’ente competente (ad es. enti bilaterali, politiche attive, incentivi occupazionali).

Consigli pratici per un’impresa che assume

  • Valutare criteri di selezione con attenzione: molti candidati evitano queste mansioni per motivi di condizione di lavoro, quindi è utile offrire pacchetti attrattivi: orari flessibili, indennità di rischio, percorsi di crescita, formazione.
  • Comunicare bene il ruolo: spesso la mancata candidatura non è dovuta solo al tipo di lavoro, ma alla percezione negativa; comunicarne i vantaggi (in termini di guadagno, stabilità, crescita) può attrarre talenti idonei.
  • Monitorare il budget retributivo: se il mercato segnala compensi superiori alla media per mansioni “indesiderate”, occorre adeguarsi per restare competitivi.
  • Verificare contrattualmente tutti gli aspetti: indennità, straordinari, tempo di mobilità, vitto/alloggio (se previsto) e assicurarsi della correttezza contributiva e fiscale.

Considerazioni strategiche

  • Il fenomeno evidenzia un disallineamento tra aspirazioni professionali (che spesso privilegiano lavori “ufficio, smart, leggeri”) e la realtà della domanda di mercato (che richiede lavoratori anche per funzioni impegnative).
  • Per un professionista o giovane valutare un percorso meno “tradizionale” può rappresentare un vantaggio competitivo: meno concorrenza, maggiore necessità di figure e possibilità di contrattare condizioni migliori.
  • In chiave imprenditoriale, valorizzare queste «nicchie» può essere un vantaggio: trovare collaboratori affidabili, meno disponibili altrove, può fare la differenza in settori “difficili”.
  • Dal punto di vista scolastico/formatore: investire in percorsi tecnici/manuali (artigianato, manutenzione, trasporti, costruzioni) può fornire sbocchi reali che oggi sono meno considerati.

Conclusione

In sintesi: esistono numerose opportunità occupazionali che, pur non risultando “attraenti” per motivi vari (orari, fatica, percezione sociale, rischio), offrono retribuzioni interessanti e un grado di stabilità che molti lavori “desiderati” non hanno.
Per chi è disposto a valutare condizioni diverse dal «classico lavoro da ufficio», queste professioni rappresentano un’opportunità concreta. Tuttavia è fondamentale affrontare la scelta in modo consapevole: conoscere bene condizioni, retribuzione lorda/netta, crescita possibile, rischi e implicazioni fiscali e contrattuali.
Dal lato dell’impresa, assumere in queste aree richiede un approccio attrattivo (indennità, formazione, orari gestiti) e una visione strategica perché il successo non è solo trovare qualcuno, ma fidelizzare il lavoratore.

Nota bene: Le informazioni fornite sono di carattere informativo e non sostituiscono una consulenza specifica personalizzata. Si consiglia di verificare le condizioni contrattuali, fiscali e normative aggiornate al momento della decisione.

By Angela Buonuomo

Angela Buonomo è una content writer appassionata di attualità, innovazione e cultura digitale. Laureata in Comunicazione, unisce precisione giornalistica e curiosità creativa per raccontare le notizie con uno stile chiaro e coinvolgente. Ama scoprire le tendenze del web, esplorare le novità tecnologiche e condividere curiosità che stimolano il pensiero critico e la voglia di approfondire. Sul nostro sito, firma articoli che informano, sorprendono e semplificano anche i temi più complessi.

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