Buone notizie per il mondo femminile, che negli ultimi decenni si ritrova a combattere contro un nemico sempre più temibile: il tumore al seno.
Una ricerca, condotta dall’Università di Cambridge insieme con l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’ Istituto Firc di oncologia molecolare di Milano e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e pubblicata sul New England Journal of Medicine, ha sviluppato una ricerca mettendo in relazione l’insorgenza delle neoplasie della mammella alla presenza di mutazioni di un gene chiamato Palb2.
Lo studio ha analizzato 154 famiglie tra Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Stati Uniti e ha rilevato che nelle donne in cui era presente il gene modificato, l’insorgenza della malattia era fino a 8-9 volte superiore.
In particolare al di sotto dei 40 anni, chi presenta la mutazione ha un rischio 8-9 volte superiore di sviluppare il tumore, tra i 40 e i 70 anni il rischio 6-8 volte maggiore e sopra i 60 anni 5 volte superiore.
Va precisato comunque che avere tale mutazione non equivale alla certezza di ammalarsi, ma certamente indica alle pazienti la necessità di un monitoraggio attento e continuo.

Giornalista digitale appassionata di innovazione, scienza e cultura streaming. Laureata in comunicazione scientifica, scrive articoli chiari e approfonditi su tecnologie emergenti, servizi digitali e curiosità dal mondo della ricerca. Con uno stile diretto e accessibile, cerco di rendere comprensibili anche i temi più complessi, unendo precisione giornalistica e passione per il futuro. Su questo sito esplora ogni giorno il punto d’incontro tra scienza, tecnologia e intrattenimento.