Dai giapponesi agli americani, esperti da ogni parte del mondo negli ultimi anni sono sbarcati nel Cilento per scoprire l’elisir di lunga vita: in questa zona, infatti, è altissimo il numero di centenari.
Nel Cilento, situato in provincia di Salerno, si sommano infatti ben trecento ultracentenari. In particolare nel paesino di poche migliaia di persone, Acciaroli, la densità di chi ha passato il secolo di vita fa concorrenza a quella nell’isola giapponese di Okinawa, che è indicata leader nel settore.
Proprio recentemente un team internazionale di scienziati ha analizzato la popolazione cilentana nell’ambito di uno studio pilota intitolato CIAO (Cilento on Aging Outcomes Study) condotto dall’Università La Sapienza di Roma e dall’Università di San Diego in California.
Oltre alle abitudini e alle condizioni di salute raccolte con dei questionari, i ricercatori hanno prelevato dei campioni di sangue per eseguire l’analisi di alcuni biomarcatori legati a disfunzioni cardiache e renali.
Negli ultracentenari i ricercatori hanno scoperto bassi livelli ematici di un ormone ad azione ipotensiva, la adrenomedullina (ADM), regolatore della pressione sanguigna e della perfusione degli organi. Studi precedenti hanno mostrato che bassi livelli della forma bioattiva dell’ADM predicono e forniscono una diagnosi precoce di disturbi circolatori.
Al riparo dalla minaccia delle malattie cardiovascolari, gli abitanti di queste zone seguono inoltre una dieta mediterranea, ricca di piante aromatiche come il rosmarino e la posizione montuosa del villaggio favorisce l’attività fisica.
Eppure un dato arriva ad allarmare gli esperti: proprio nel Cilento, patria della Dieta mediterranea e terra dei nonnini centenari, c’è un’alta incidenza di casi tumorali.
Nello specifico, un numero preoccupante di persone continua ad ammalarsi e a morire per malattie oncologiche: questo è quanto emerso– rivela Il Mattino – da uno studio svolto da 168 medici di base da Battipaglia a Sapri attraverso la coop medica Parmenide. Avviato nel 2014 è stato aggiornato negli ultimi mesi.
Stand ai dati, la prevalenza di tumori , cioè il numero di persone vive con diagnosi di tumore, in Italia è del 5 per cento, nel distretto Sapri – Camerota, è maggiore, il 5,51 per cento cioè 1922 casi segnalati su 34 mila assistiti.
L’incidenza, invece, cioè il numero di nuovi casi in un dato intervallo di tempo, è a livello nazionale dello 0,6 per cento. Si ammalano all’anno , cioè 6 persone ogni mille. Nel distretto Sapri – Camerota sono invece 8 ogni mille.
In alcune aree del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni è statisticamente preoccupante l’incidenza di alcuni tipi di tumori, che risultano insistere in percentuali anche doppie rispetto ad aree industriali teoricamente esposte a maggiori fattori potenzialmente “inquinanti” per l’ambiente. Tra questi da non sottovalutare i dati relativi ai tumori dell’apparato digerente.
Non appare un caso, dinanzi a questi numeri, che i confini dell’area protetta sono a pochi passi dalla Terra dei fuochi, dove l’inquinamento può nascondersi ovunque, nel sottosuolo, nell’aria , nell’acqua.
“Da tempo stiamo sollecitando gli amministratori cilentani, abbiamo presentato un esposto in Procura e ci sono state due interrogazioni parlamentari. Non vogliamo creare allarmismo ma dobbiamo capire perché tanti casi di tumore”, spiega il dottore Luigi Gregorio presidente della cooperativa Parmenide, che è impegnato in un percorso di sensibilizzazione.
Inoltre, il senatore del movimento cinque stelle, Franco Castiello, prorpio sulla scorta dei dati emersi dallo studio dei medici di base della cooperativa Parmenide, ha presentato due interrogazioni ai Ministri dell’Ambiente e della Salute, e al Ministro dello sviluppo economico.
Per Castiello non è l’abbandono della dieta mediterranea a scatenare tanti casi di neoplasie soprattutto nei distretti sanitari di Vallo e Sapri. Le cause vanno ricercate altrove. Bisogna indagare sul transito dell’acqua potabile in tubazione di cemento amianto che hanno superato i cinquant’anni di età.
«Oltre ad una prima interrogazione ai ministri dell’ambiente e della salute – chiosa il senatore – ho presentato una seconda interrogazione al ministro dello sviluppo economico che ha competenza anche in materia di poste e telecomunicazioni nella quale faccio riferimento a rischio oncologico connesso alle onde elettromagnetiche che si preannunciano in forte aumento nell’autunno prossimo, quando il passaggio dal sistema G4 al sistema G5 con l’unificazione della telefonia mobile a quella fissa si accompagnerà un forte incremento delle onde».