Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di parlare della pericolosità delle zanzare che in questa estate caldissima hanno proliferato e hanno portato con se, purtroppo, anche diversi virus tra cui il virus West Nile che, negli ultimi due mesi, ha provocato nel nostro paese più contagiati che nell’ultimo decennio.
Ma le zanzare non sono certamente gli unici insetti a cui fare attenzione e che sono vettori privilegiati di malattie di vario genere: oggi infatti parliamo della cimice, che torna a far paura in Italia ma anche in tutta Europa.
Nello specifico, sta facendo parecchio preoccupare la cosiddetta malattia di Chagas , una malattia infettiva che è provocata da un protozoo flagellato, trasmesso dalle cimici triatomine.
L’infezione è tipica dei Paesi del Sud America, ma negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche in Europa, ad esempio in Spagna e Italia: del resto la globalizzazione determinando lo spostamento di una enorme massa di persone può comportare, anche per cause accidentali, l’adattamento in un nuovo ambiente di insetti che appunto sono vettori di malattie infettive.
Più in particolare, le aree endemiche sono localizzate in 21 paesi dell’America Latina tra cui Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador Salvador, Guayana francese, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e infine in Venezuela. Tuttavia, sembra essere in aumento il numero di casi che sono notificati in Canada, negli USA e anche in altri paesi europei.
A lanciare l’allarme è un comunicato dell’American Heart Association. Il gruppo invita infatti medici e infettivologi a stare in guardia e cercare di informare i cittadini sui metodi di prevenzione perché sarebbero circa 300 mila le persone affette dalla malattia di Chagas solo negli Usa e circa 6 milioni in tutto il mondo.
“Siamo rimasti stupiti non solo di trovare un alto tasso di individui positivi al test di Chagas nel sangue, ma anche di alti tassi di malattie cardiache che sembrano essere correlate alla malattia”, ha detto l’epidemiologa Baylor Melissa Nolan Garcia, uno dei ricercatori che presentato i risultati di una serie di studi. “Abbiamo lavorato con i medici di tutto il paese per aumentare la consapevolezza e la diagnosi di questa importante malattia infettiva emergente”.
Ricordiamo che la tripanosomiasi americana o malattia di Chagas è causata da un protozoo, Trypanosoma cruzi, trasmesso all’uomo da un insetto vettore, alcuni tipi di cimici, chiamato triatomina.
La tripanosomiasi colpisce prevalentemente le popolazioni che vivono in aree rurali e risiedono in abitazioni costruite con fango e fogliame.
La malattia si trasmette attraverso la puntura della cimice, ma anche in seguito alla donazione di sangue e organi (cosa però da escludere in Italia), e persino bevendo succhi di frutta tropicale non pastorizzati.
La diagnosi avviene solitamente attraverso il rilevamento di anticorpi legati alla presenza del protozoo, ma anche con l’osservazione diretta del parassita al microscopio in un campione di sangue. I test seriologici normalmente vengono effettuati in presenza dei sintomi caratteristici della patologia.
In genere è possibile distinguere una fase acuta e una cronica.
La prima dura circa due mesi dopo l’infezione, si caratterizza per l’elevata circolazione di parassiti nel sangue, tuttavia nella maggior parte dei casi non vi sono sintomi evidenti o comunque sono molto leggeri.
I primi segni sono rappresentati da una lesione della pelle oppure da un gonfiore con arrossamento che interessa le palpebre di un occhio. In alcuni casi invece può presentarsi una sintomatologia più severa che include mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodo, disturbi a livello intestinale e respiratorio e fegato ingrossato.
Se i pazienti non vengono curati, possono sviluppare la forma cronica della malattia e circa il 30% può accusare disturbi cardiaci. Ciò può portare a ulteriori complicazioni, tra cui ictus, frequenza cardiaca irregolare o insufficienza cardiaca.
La cura famarcologica è efficace durante le prime settimane dell’infezione.
In base alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia di Chagas uccide in media circa 10mila persone ogni anno. Quelle infette sono circa 8 milioni, moltissime delle quali non ne sono a conoscenza, con seri rischi per la propria salute e quella degli altri in caso di donazione di sangue e trapianti.