L’encefalopatia spongiforme bovina, BSE ma meglio nota come “morbo della mucca pazza” è una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile che colpisce i bovini, causata da un prione, una proteina patogena conosciuta anche come “agente infettivo non convenzionale”.
Il primo caso di BSE avvenne nel Regno Unito nel 1986 quando il laboratorio centrale di veterinaria di Weybridge identificò, in un allevamento nella regione dell’Hampshire, un esemplare dal quadro clinico preoccupante.
Entro breve tempo viene confermato che la catena del contagio si era sviluppata a partire dalle pecore arrivando quindi ai bovini per la sottovalutazione del problema sanitario ed infine, agli uomini. Naturalmente, loro malgrado e sempre per colpa degli errori umani, altri animali sono stati colpiti lungo il percorso, gatti, gazzelle di un zooparco inglese, visoni di allevamento.
In particolare gli ultimi mesi del 2000 furono particolarmente difficili per la zootecnia europea a seguito dell’identificazione in Francia di un numero considerato abnorme di casi di BSE. I mass-media diedero costante e larga evidenza alla vicenda “mucca pazza”, forse più attratti dallo scoop che dal fare reale informazione. Il 12 gennaio 2001 il laboratorio di Brescia individuò il primo caso italiano di “mucca pazza” in una bovina macellata a Lodi, passata alla storia come la “vacca 103”. Quei giorni segnarono presumibilmente l’apice della “crisi” mucca pazza.
Mucca pazza nuovo caso sospetto a Castellammare di Stabia
L’ultimo caso di BSE identificato in Lombardia risale al settembre 2008 ed in Emilia Romagna al gennaio 2007. Nel 2010 in Italia non è stato riscontrato alcun caso di BSE. Anche se con tempi diversi, la scomparsa della BSE è stata registrata in tutti i Paesi membri della Comunità Europea e la sua definitiva eradicazione dalla popolazione bovina è prevista nell’arco di 4-5 anni.
Dalla scoperta della malattia, numerose ricerche e prevenzioni sono state svolte accuratamente a partire dall’esordio dell’epidemia, che ha quindi portato, come visto, all’eradicazione totale della malattia.
“Eradicazione totale” che però deve fare i conti con quanto accaduto nei giorni scorsi in un paese del napoletano. Secondo le ultime notizie, una donna di 58 anni ha perso la vita a Castellamare di Stabia, e pare proprio con i sintomi di questa patologia.
I primi sintomi erano stati avvertiti ad agosto. Giramenti di testa, perdita di memoria, problemi di equilibrio. I medici consultati in Campania avevano sospettato si trattasse di una malattia neurodegenerativa. Furono poi i professionisti di Isernia a diagnosticare il terribile morbo di Creutzfeldt-Jakob, ovvero la variante umana della cosiddetta mucca pazza.
Gli specialisti molisani spiegarono alla famiglia che purtroppo non c’erano cure possibili per contrastare questo morbo e che rimaneva poco tempo alla donna. Ed infatti nel giro di quattro mesi dalle prima avvisaglie, la donna è deceduta.
Per ora non c’è nessuna conferma ufficiale: sappiamo solo che il caso è stato prontamente segnalato al Ministero della Salute.
Ricordiamo che i riflettori sul morbo si erano già nuovamente accesi lo scorso giugno, quando una donna di 76 anni di Pescia, in provincia di Pistoia, era deceduta in circostanze che avevano lasciato supporre potesse trattarsi di “mucca pazza”.

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