E’ sempre stato un problema delle grandi fabbriche sparse sul territorio cinese, gli orari di lavoro massacranti e soprattutto l’estensione dell’età lavorativa anche ai minorenni.
Dopo i controlli a tappeto, in passato, della Apple, anche l’azienda coreana della Samsung ha deciso di vederci chiaro su questa piaga che affligge in particolar modo i lavoratori delle fabbriche cinesi.
Ricordiamo che in Cina si trovano la maggior parte delle fabbriche per l’assemblaggio di dispositivi tecnologiche di grandi aziende, tra queste proprio la Samsung che ha deciso di passare al contrattacco cominciando dei seri controlli.
Dopo essere stata accusata di aver utilizzato, nei laboratori della Shinyang Electronics, anche lavoratori minorenni, l’azienda coreana aveva risposto con una secca smentita e con i dati ottenuti da un controllo che non rilevava presenza di lavoratori al di sotto dell’età lavorativa.
Altre accuse sono piovute segnalando alcuni casi di lavoro minorile, accuse che hanno trovato prontamente una risposta da parte della Samsung che ha deciso di avviare una nuova inchiesta per scovare, se fosse vero, e cancellare questa piaga, per questo l’azienda ha deciso non guardare in faccia a nessuno e tagliare anche teste importanti, se così fosse.

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