Dopo aver rimandato a lungo le decisioni definitive, è tempo di decidere, una volta per tutte, come si affronterà la “questione scuola” a settembre.
Gli studenti italiani devono infatti poter tornare in aula, ma devono anche poterlo fare nel massimo della sicurezza, potendo rispettare tutte le norme igieniche e di distanziamento sociale.
Ma fattivamente come si procederà?
“In questi giorni è andato avanti il confronto con il Comitato tecnico scientifico sulla riapertura delle scuole. Per l’avvio del nuovo anno sul territorio nazionale abbiamo già proposto la data del 14 settembre”, ha annunciato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Nel Piano Scuola, contenente le linee guida per la ripartenza a settembre, non si parla, come pure si era ipotizzato in un primo momento, di divisori in plexiglass in tutte le scuole, né di mascherine per gli alunni.
Tuttavia, all’interno del testo si rinvia alle disposizioni di maggio del Cts, che parlavano di un metro di distanza tra le persone e di uso obbligatorio di mascherine dai 6 anni in su.
Tra le disposizioni per le scuole, prevista una frequenza scolastica differenziata, con l’organizzazione della classe in più gruppi di apprendimento, e l’estensione dell’orario scolastico anche al sabato, laddove non previsto.
Tra le altre modalità di organizzazione delle lezioni, per le superiori sarà possibile aprire la scuola anche il pomeriggio.
Ma i presidi sono già sul piede di guerra: come si farà in classe di 30 alunni a rispettare le distanze?