Da settimane, nonostante le tante rassicurazione della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, sono tante le domande che le famiglie italiane si pongono: riusciranno i nostri figli a tornare in classe a settembre? Ci saranno strutture adeguate per poter rispettare tutte le nuove norme introdotte a seguito della pandemia di Coronavirus?
La maggior parte delle scuole ha sempre dovuto fare i conti con classi sovraffollate: come si può pensare di risolvere il problema in poche settimane?

E i dubbi sono legittimi, visto che anche i presidi lanciano l’allarme: servono infatti circa 20mila aule in spazi alternativi agli istituti, in vista dell’inizio dell’anno scolastico. E non sono ancora state individuate le localizzazioni per oltre il 50%.
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A renderlo noto l’Associazione nazionale Presidi, precisando che le criticità sono a macchia di leopardo, ma si registrano soprattutto nelle grandi città come Roma. Circa 400mila alunni (il 5%) dovranno fare lezione fuori dalla loro scuola.
Dai Comuni arriva intanto la possibilità di adibire ad aule anche case e bed and breakfast: si riuscirà a risolvere il problema entro l’inizio ufficiale della scuola?
