Se gli esperti cercano di frenare la paura, suggerendo come sia giusto vaccinarsi ma come non bisogna lasciarsi andare alla psicosi collettiva, è indubbio che in questi giorni a Bergamo ci si trovi dinanzi alla concreta eventualità che scoppi una vera e propria epidemia di meningite.
Nelle scorse ore è stato infatti registrato un nuovo caso di sepsi da meningococco nel Sebino: un uomo residente nella zona è stato ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma non è in pericolo di vita. L’uomo è il marito di Marzia Colosio, la donna di 48 anni deceduta dieci giorni fa.
Si tratta del sesto caso in un mese e mezzo, dopo i quattro precedenti di tipo C (due mortali) e uno di tipo B.

“L’uomo, 54 anni, era stato sottoposto alla profilassi antibiotica precauzionale – spiega l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera – che però non ha sortito completamente l’effetto auspicato a causa delle sue pregresse fragili condizioni di salute. Il paziente si trova fortunatamente ora in condizioni non gravi. Le azioni di profilassi per i contatti più stretti sono già state attivate dall’ATS di Bergamo”.
Dinanzi al numero crescente di casi, la gente ha paura: crescono le file per i vaccini, ma si cambiano anche le abitudini quotidiane, per cercare di evitare potenziali contatti pericolosi. Il caso più clamoroso è quello di due partite di volley, in provincia di Bergamo, che sono state assegnate a tavolino perché gli avversari non si sono presentati a causa dei timori per la meningite.

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