Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo più volte, purtroppo, di parlare di antisemitismo e di nazismo, e non certo solamente come memoria storica: Dresda ha infatti dichiarato lo stato di emergenza per il nazismo, a causa della violenza e dei comportamenti aggressivi di diversi gruppi estremisti, mentre in Italia, ad opera della senatrice Liliana Segre, è stata istituita una Commissione contro l’odio e l’antisemitismo.
In questo periodo storico urge quindi mantenere sempre viva la memoria storica, per non ricadere nelle nefandezze del passato, soprattutto ascoltando le testimonianze di chi certi errori li ha vissuti sulla propria pelle e non ha mai potuto dimenticarli.
In queste ore si è spento uno degli ultimi superstiti, Alberto Sed, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
A darne notizia, in una nota, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ricordando il dramma che Sed ha vissuto quando era solo un ragazzino.
“È scomparso in queste ore Alberto Sed, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau – si legge nella nota -. Alberto dopo essere stato catturato a Roma con sua madre e le due sorelle venne portato per un breve periodo a Fossoli, per poi essere condotto a Birkenau: lì gli venne tatuato il numero A-5491. La sua scomparsa rappresenta un dolore immenso per tutta la Comunità. Una perdita ancora più dolorosa in questi tempi cupi in cui si riaffaccia l’odio antisemita. Con il sorriso ha saputo raccontare l’inferno e renderci persone migliori. Dio ne benedica la memoria”.
A lungo non riuscì a parlare dell’Olocausto e di Auschwitz, fino a quando raccontò la sua storia nel libro «Sono stato un numero», scritto da Roberto Riccardi. Da quel momento si è prestato a decine di interviste e incontri nelle scuole, proprio per combattere l’oblio.

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