“Alla fine della trasmissione Matrix, dopo due ore di diretta, siamo rimasti intrappolati dentro il campo senza sicurezza e senza polizia che ci facesse uscire. Ci aveva fatto entrare alle 21 una guardia giurata. Quando abbiamo provato ad aprire le porte del museo per uscire, ci siamo accorti che erano tutte chiuse. Eravamo al freddo e al gelo intrappolati dentro Auschwitz. Abbiamo fatto dei cenni alle telecamere di sorveglianza sperando che qualcuno ci venisse a prendere ma niente”.
E ancora “Poi abbiamo trovato una finestrella aperta che dava sulla biglietteria, da dove saremmo potuti uscire, Parenzo è entrato e ci ha aperto da dentro la porta. A quel punto è scattato l’allarme. Noi siamo stati contenti, abbiamo pensato che qualcuno sarebbe venuto a prenderci.Purtroppo quando sono arrivati gli uomini della sicurezza hanno iniziato a insultarci in polacco. Noi gli abbiamo fatto vedere il permesso che avevamo e loro hanno chiamato la polizia, che a sua volta ha chiamato la Scientifica”.
Con queste parole il portavoce della comunità ebraica romana Fabio Perugia, ha raccontato della terribile esperienza vissuta nella sera del 27 gennaio, il giorno della memoria ovvero la giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Pacifici, Parenzo e gli altri fermati sono rimasti bloccati dalla polizia nel campo fino alle 2.30. Poi in commissariato fino alle 5.30, quando sono stati rilasciati.