Come molti altri leader europei e del mondo, Boris Johnson per settimane ha sottovalutato l’epidemia di Coronavirus, rifiutando di applicare qualsivoglia misura di contenimento o di stop alle attività.
Naturalmente, in un copione visto più e più volte, alla fine ha dovuto cedere all’evidenza e al crescere di contagi e morti, scegliendo di blindare la Gran Bretagna.
Ma purtroppo anche lui è stato contagiato: nei giorni scorsi lo ha annunciato lui stesso spiegando di star bene, ma nelle ultime ore la situazione è peggiorata, è stato quindi ricoverato ed ha bisogno di ossigeno per riuscire a respirare.
Johnson, ricoverato in terapia intensiva al St Thomas Hospital di Londra, “risponde ai trattamenti clinici”, ha fatto sapere un portavoce di Downing Street precisando che il premier britannico al momento non è in grado di “lavorare” ma è cosciente e può “contattare chi vuole”. Le sue condizioni restano “clinicamente stabili” dopo l’aggravarsi dei sintomi in seguito al contagio da coronavirus.
Secondo una statistica il primo ministro ha il 50,1% di possibilità di sopravvivere al covid-19. Sono i dati di chi entra in terapia intensiva negli ospedali pubblici britannici. E le possibilità scendono al 46% per coloro tra i 50 e i 60 anni – il premier britannico ne ha 55.