In Italia la sanità pubblica da tempo soffre di numerosissimi problemi, soprattutto legati alla mancanza di un numero sufficiente di medici ed infermieri, capaci di affrontare la mole giornaliera di visite ed interventi richiesti da un’utenza sempre più ampia negli ospedali.
Capitano quindi lunghe file, malati “lasciati” sulle barelle, ore nei corridoi prima di una visita o di una prescrizione e capita di perdere la pazienza, spinti dalla tensione, dalla stanchezza, dalla preoccupazione per la saluta di un proprio caro.
Ma quello che è successo a Brindisi nelle scorse ore rasenta la follia: un’equipe medica è stata bruscamente interrotta e aggredita verbalmente mentre era in sala operatoria per un intervento su un aneurisma dell’aorta.
Autori dell’aggressione i parenti di un altro paziente, ricoverato, che pretendevano un consulto.

Secondo quanto ricostruito, gli aggressori, dopo aver strattonato il medico della Chirurgia vascolare del Perrino di Brindisi e aver preteso la presenza del primario, sono andati in sala operatoria, hanno forzato l’ingresso e interrotto per alcuni minuti l’intervento.
“Un episodio gravissimo – ha denunciato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli -. È l’ennesimo in ordine di tempo, ma è anche di una gravità inaudita.
E ciò perché ha messo in pericolo non solo gli operatori sanitari, ma anche la vita stessa del paziente. Stanotte, a Brindisi, non sono stati aggrediti solo i professionisti: è stata aggredita l’essenza stessa della società civile, che fa della solidarietà tra cittadini uno dei suoi principi cardine”.