Cogne è una bellissima località sciistica ma nella mente dei più è soprattutto la location di uno dei delitti più efferati degli ultimi anni, quello del piccolo Samuele Lorenzi.
Anche se la verità probabilmente rimarrà sepolta per sempre assieme al corpicino straziato del piccolo, per la giustizia italiana ad ucciderlo è stato sua madre Anna Maria Franzoni, che però si è sempre proclamata innocente.
La Franzoni oggi è una donna già libera e lo deve soprattutto ai suoi avvocati, tra cui il celebre penalista Carlo Taormina.
Ma la mamma di Cogne non ha però saldato la salata parcella, ed ora l’avvocato ha deciso di passare al contrattacco.
Nello specifico, Taormina, che ha difeso Anna Maria Franzoni nelle prime fasi del processo, ha chiesto il pignoramento della villetta dove avvenne il delitto, ma la donna si è opposta.
Motivo del contendere è la mancata corresponsione di un compenso di oltre 275mila euro per la difesa, nonostante una sentenza abbia condannato la Franzoni al pagamento.
In pratica, oltre a un vizio nella notifica dell’atto, si sostiene che la villetta non è pignorabile perché è all’interno di un fondo patrimoniale, costituito a maggio 2009 da Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Il giudice dell’esecuzione Paolo De Paola ha fissato un’udienza l’11 dicembre.
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