Proprio in queste ore, a Somma Vesuviana, paese in provincia di Napoli e soprattutto paese natio del carabiniere Mario Cerciello Rega, si stanno svolgendo i suoi funerali, con migliaia di persone comuni ed anche figure istituzionali accorse per rendergli l’ultimo omaggio, dopo la straziante camera ardente aperta ieri a Roma, dove il carabiniere è stato ucciso con 11 coltellate.
Se questo è il momento del dolore e delle lacrime, non deve certo passare in secondo piano la ricerca dei suoi assassini che sono stati identificati in due giovanissimi studenti americani.
E proprio la foto di uno di questi è al centro della cronaca e sta facendo il giro dei media internazionali: Natale Hjorth, uno degli indagati, appare ammanettato e bendato nel corso dell’interrogatorio. Sul caso sarà aperta una inchiesta interna.
La paura è che questa foto, che non fa certo fare bella figura agli inquirenti nostrani, servirà agli avvocati della controparte per far crollare le accuse verso il proprio assistito, che ha confessato l’omicidio.
E sulla vicenda è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, secondo cui “non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento“.
“Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati” sottolinea però Conte aggiungendo che è “censurabile” la diffusione della foto sui social.
“L’Italia è uno Stato di diritto – ha quindi chiosato -. Abbiamo principi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l’onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena“.