Mattarella, dopo il silenzio su Dj Fabo, tenta il recupero e, in occasione della “Giornata delle Malattie Rare“, parla di “malati invisibili”.
L’ultimo giorno del mese di febbraio di ogni anno, in tutta Europa si celebra la “Giornata delle Malattie Rare”.
In questo giorno le persone affette da una malattia rara e le loro famiglie, le associazioni dei pazienti, i politici, i prestatori di cure, i medici, i ricercatori e i rappresentanti dell’industria si riuniscono per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Quest’anno si celebra la decima giornata e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha fatto un lungo discorso al Quirinale dove ha ricevuto malati affetti da patologie rare e famiglie. “Nessun malato, ovunque ma, particolarmente nella nostra Repubblica, deve sentirsi invisibile, o dimenticato. È da come una società affronta i problemi di chi è più fragile che si misura la sua civiltà, e anche la sua vera forza”.
Queste le parole del Presidente che, pronunciate il giorno dopo la morte volontaria di Dj Fabo, perdono un po’ di credibilità.
Con Dj Fabo il Presidente Sergio Mattarella non ci ha fatto una bella figura. Si è limitato a far ricevere da un paio di collaboratori Marco Cappato, dopo gli appelli dello stesso Dj per una morte dignitosa. Mattarella si è dimostrato più cattolico del previsto.
Forse adesso se ne è accorto, e ha tentato di recuperare ulteriormente dicendo che “nessun malato deve sentirsi invisibile”. Frase un po’ retorica e scontata. In effetti, Fabiano era invisibile per lo Stato, che avrebbe dovuto aiutarlo, ed è stato appena visibile pure per il Presidente.
Ma domenica Dj Fabo è morto senza l’assistenza ufficiale dello Stato, che aveva fortemente voluto, e non solo a nome proprio, ma per tutti coloro che soffrivano e soffrono invano come lui. Per morire è dovuto andare in un Paese straniero.
Il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di oggi ha detto cose belle, ma che alla luce dei fatti, appaiono, inutili.
Forse doveva intervenire prima e con decisione, perché sapeva bene che il Parlamento non doveva rinviare per l’ennesima volta la discussione sul Testamento Biologico.