E’ finita nei guai una donna di 32 anni di Salerno che lo scorso 8 Marzo si è recata nella Clinica ginecologica nell’azienda ospedaliera di Padova per effettuare una particolare operazione ovvero l’interruzione della gravidanza. Secondo la legge 194 del 1978 è possibile praticare l’aborto volontario ,in Italia, entro i primi tre mesi di gravidanza, senza dover dimostrare che proseguire la gravidanza comporti alcun pericolo fisico o psichico per la donna o il feto.
Superando i novanta giorni, invece, si può praticare l’interruzione di gravidanza solo in presenza di disturbi mentali del genitore o patologie gravi presenti nel feto. Qualche giorno prima l’intervento in questione la donna era stata sottoposta a degli esami e in base a quello che si legge nella cartella clinica il feto aveva 22 settimane e due giorni, poco più di 5 mesi. Bisogna dunque capire quale sia stato il motivo per cui la donna sia stata sottoposta all’aborto.
A denunciare il fatto sono stato gli stessi ginecologi che, dopo aver operato la 32enne, si sono trovati di fronte un feto del peso di 705 grammi, una dimensione corrispondente a 27 settimane, quasi il settimo mese e che non corrispondeva a quello che era stato il periodo di gestazione indicato dalla giovane “mamma”. La donna è stata denunciata per procurato aborto.