Come ogni anno, quando settembre si avvicina, si comincia a pensare alla scuola, e alle riforme necessarie per renderla più efficiente e funzionale.
A parlare in queste ore è la ministra, Stefania Giannini, che in attesa che siano pubblicate le graduatorie del primo concorso tenutosi dopo 14 anni, ha annunciato un nuovo bando per il 2015.
Per la scuola è un periodo difficile e la nota dolente è sempre la mancanza di fondi, anche se per questo settembre sono state annunciate già le prime novità.
Innanzitutto entrerà in vigore il nuovo sistema di valutazione nazionale, approvato nel 2013, che servirà a ogni scuola per segnalare le debolezze e i punti di forza riscontrati all’interno dell’istituto. Si lavorerà poi sull’insegnamento della programmazione informatica sin dalle primarie, sul potenziamento di alcune materie come inglese, musica e storia dell’arte, e si svilupperanno nuovi percorsi in grado di creare un legame profondo e concreto tra il mondo dello studio e quello del lavoro.
Si attende che la promessa del premier, Matteo Renzi, di stanziare un miliardo di euro, veda la luce proprio a settembre, per cercare quantomeno di dare speranza ai 160 mila precari della scuola.
Scrivo poche righe per esternare tutto il mio disappunto verso la classe politica che si occupa della scuola pur non conoscendo la realtà della stessa.
Come si fa a parlare di nuovo concorso e relative nuove immissioni (17000) se ancora non si è provveduto, nemmeno per quest’anno, ad esaurire i posti dati a bando?
Parlo della Puglia che dovendo immettere, per la primaria, 284 posti sta centellinando gli stessi immettendo in ruolo l’anno scorso 25 e quest’anno appena 32. Il min. Giannini in quale contingente pensa di inserire i 227 posti rimanenti?
Grazie.
Ministra Stefania Giannini,
sei l’ultima di una serie di ministri che sta portando la scuola nella merda.
Continua a pubblicizzare le scuole paritarie e vedrai che prima o poi i precari della scuola statale te la faranno pagare.
Bandi e riforme, ATTENZIONE: La riforma Fornero ha prodotto immensi danni sociali e psicologici. Chiederemo al governo il risarcimento dei danni morali e materiali per essere stati defraudati del diritto di andare in pensione di vecchiaia e/o di anzianità secondo il contratto in vigore quando siamo stati assunti. La legge è uguale per tutti non solo per i beneficiari dei vitalizi parlamentari.