Un nuovo studio pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute riaccende la speranza nella lotta contro il tumore al seno: l’intelligenza artificiale (IA), integrata nei sistemi di screening mammografico, potrebbe contribuire a ridurre fino al 30% i casi di tumore non rilevati nei controlli di routine.
Secondo i ricercatori dell’Università della California – Los Angeles (UCLA), l’IA ha il potenziale per diventare un potente alleato dei radiologi, soprattutto quando si tratta di intercettare quei tumori “intervallari”, ovvero quelli che si sviluppano tra una mammografia e l’altra.

Perché è così importante individuare i tumori intervallari?
I tumori al seno di intervallo sono tra i più difficili da diagnosticare precocemente. Si sviluppano in tempi relativamente brevi e spesso non vengono individuati nelle mammografie standard, perché i segnali sono troppo lievi o difficilmente visibili all’occhio umano.
Come spiega la Dott.ssa Tiffany Yu, docente di radiologia alla David Geffen School of Medicine – UCLA, l’IA può “individuare tumori che i radiologi potrebbero non notare, rendendo possibile una diagnosi precoce e aumentando così le possibilità di un trattamento meno invasivo e più efficace”.
I dati dello studio: IA e mammografie a confronto
Lo studio ha analizzato circa 185.000 mammografie eseguite tra il 2010 e il 2019, identificando 148 casi confermati di tumori al seno intervallari. I ricercatori hanno poi confrontato le diagnosi umane con le capacità di un software IA disponibile in commercio, Transpara, sviluppato dalla società ScreenPoint Medical.
Risultati chiave:
- Il 90% dei tumori era visibile nella mammografia, ma non segnalato dai radiologi.
- L’IA ha individuato il 76% delle mammografie successivamente associate a un tumore, anche se inizialmente interpretate come “normali”.
- Nel 69% dei casi, il tumore era invisibile ai raggi, ma l’IA ha comunque segnalato un’anomalia.
- Tuttavia, l’IA ha segnalato il cancro esatto solo nel 22% dei casi invisibili, indicando la necessità di ulteriori miglioramenti.
IA utile, ma non perfetta: le criticità da risolvere
La Dott.ssa Hannah Milch, anche lei docente presso l’UCLA, sottolinea che “l’IA mostra potenzialità promettenti, ma presenta ancora limiti evidenti, soprattutto nella precisione della localizzazione del tumore”. La tecnologia, infatti, non deve sostituire i radiologi, ma può agire come un secondo strumento di supporto, utile in particolare nei casi ambigui.
Anche secondo l’American Cancer Society, che sostiene lo sviluppo di tecnologie integrate per la diagnosi precoce, l’intelligenza artificiale potrà in futuro contribuire a ridurre il margine d’errore umano, soprattutto in contesti con carenza di personale medico specializzato.
E ora? Cosa serve per integrare l’IA nella diagnostica
Per rendere l’uso dell’intelligenza artificiale un’effettiva realtà clinica quotidiana, servono ulteriori studi clinici su larga scala, validazioni indipendenti e normative specifiche. Secondo il National Cancer Institute, l’integrazione dell’IA nei sistemi sanitari dovrà avvenire con cautela, garantendo trasparenza, sicurezza e piena tutela dei dati dei pazienti.
Fonti autorevoli:
- Journal of the National Cancer Institute
- UCLA Health – Comunicato Stampa
- American Cancer Society – Mammography Guidelines

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