Il mal di schiena è un malanno comune, un fastidio che colpisce milioni di persone, trasversalmente a tutte le età, ma non per questo è meno insidioso e soprattutto fastidioso.
Il dolore può essere localizzato nella regione lombare (lombalgia) o anche in corrispondenza dell’osso sacro (lombosacralgia); se è coinvolto il nervo sciatico, un nervo molto lungo che origina in corrispondenza delle prime vertebrali lombari e termina nel piede, il dolore interesserà anche i glutei e gli arti inferiori (lombosciatalgia).
Dalle statistiche risulta che 4 persone su 5 soffrono, hanno sofferto o soffriranno di questo “incubo”.
Il mal di schiena è un sintomo, non una malattia, e nella maggior parte dei casi i problemi, di origine meccanica, sono causati da un’alterazione della normale mobilità delle articolazioni che regolano la funzione della colonna vertebrale.
Da quando l’uomo ha perso la posizione a quattro zampe, la parte bassa della colonna ha dovuto subire una serie di adattamenti: questo probabilmente ha comportato la comparsa del mal di schiena. Il fatto di avere poi oggi obbligato la parte bassa della schiena ad adattarsi alla posizione seduta ha ulteriormente aumentato i problemi.
Il dolore può comparire bruscamente a causa di un incidente o sollevando qualcosa di pesante, oppure può svilupparsi nel tempo a causa di cambiamenti legati all’età della colonna vertebrale.
Gli stili di vita sedentari possono favorire la comparsa del mal di schiena, soprattutto quando una spiccata sedentarietà nei giorni lavorativi è interrotta da un eccesso di esercizio fisico nel fine settimana.
Nove pazienti su dieci, per fortuna, recuperano entro un mese dall’insorgenza del dolore, indipendentemente dall’avere o meno effettuato un trattamento: quindi non sempre è necessario correre dallo specialista alle prime avvisaglie del mal di schiena.
Ma allo stesso tempo non bisogna sottovalutare questo sintomo quando si protrae per troppo tempo, e soprattutto bisogna attuare un’attenta prevenzione, con esercizi anche banali e quotidiani.
In primis bisogna stare attenti a compiere in modo corretto le azioni della vita quotidiana, evitando le posizioni articolari estreme, le posizioni fisse protratte e i movimenti rapidi che possono concorrere ad aumentare la probabilità di insorgenza o di ricomparsa degli episodi dolorosi.
È poi necessario imparare a flettere le ginocchia mentre ci si appresta a sollevare un peso ed evitare i movimenti combinati di flessione-rotazione ed estensione-rotazione mentre si spostano o si collocano oggetti.
Anche il riposo notturno ha la sua importanza nella prevenzione degli episodi lombalgici: il materasso e la rete devono essere tali da sopportare in maniera uniforme il carico su tutta la superficie, favorendo un riposo confortevole.
Inoltre, un esperto della University of Southern California, Kimiko Yamada, assistente professore di fisioterapia clinica, suggerisce dei metodi che si possono seguire anche da soli.
Per l’esperto, molto utile è lo stretching mattutino, per aprire il corpo a tutti i movimenti che caratterizzeranno la giornata. Gli esercizi migliori sono quelli che permettono di aprire il torace e spingere indietro le scapole, da ripetere anche la sera prima di dormire.
Utile anche usare come ausilio una pallina da tennis: la pallina va inserita in un calzino, poi posizionata sulla spalla o sulla schiena dove si sente il bisogno di effettuare una pressione e poi bisogna appoggiarsi al muro o su una sedia per 8-10 secondi. Se ne può mettere una anche su ogni lato della colonna vertebrale.
Inoltre, se si ha a disposizione un rullo di schiuma per fitness, basta sdraiarsi a terra con braccia e gambe allargate, con il rullo di schiuma lungo la schiena. Se non si riesce a sdraiarsi ci si può mettere contro un muro, con il rullo di schiuma perpendicolare alla colonna vertebrale, facendolo rotolare su e giù.
Infine si può ricorrere anche a un auto-massaggio, ma attenzione a fare una pressione un po’ più forte o insistere su un determinato punto.