Ci sono sentenze che lasciano l’amaro in bocca, che ci si chiede fino a che punto abbiano rispettato la legge o interpretato la legge stessa troppo pedissequamente, ma dinanzi a decisioni come quella che vi stiamo per raccontare vengono a mancare persino le parole.
Tutto parte da 12 anni fa, quando ci fu un brutto caso di femminicio: Marianna Manduca fu uccisa dal marito Saverio Nolfo, che dopo anni di violenze e minacce mise fine alla sua esistenza nel 2007 a Palagonia, in provincia di Catania.
La donna, nei mesi precedenti, aveva però denunciato ben 12 volte suo marito, denunce che erano state sottovalutate dalle forze dell’ordine.
Proprio per questo, condannando il comportamento omissivo della Procura, i giudici avevano disposto che i tre figli minorenni della donna avessero diritto a un risarcimento.
Ma in queste ore arriva una sentenza incredibile, questa volta dei giudici dell’Appello: gli orfani dovranno restituire tutti i soldi ricevuti, 259.200 euro che nel giugno di due anni fa i giudici di primo grado avevano riconosciuto ai tre figli della donna.
La Corte ha ritenuto che a nulla sarebbe valso sequestrare a Saverio Nolfo, condannato a 21 anni per l’omicidio della moglie, il coltello con cui l’ha uccisa “dato il radicamento del proposito criminoso e la facile reperibilità di un’arma simile”. “Nemmeno l’interrogatorio dell’uomo avrebbe impedito l’omicidio della giovane donna”, scrivono i giudici. Tutt’al più lui avrebbe capito “di essere attenzionato dagli inquirenti”.
In soldoni, niente risarcimento perché per la Corte “il marito l’avrebbe uccisa lo stesso”.