La giustizia ha fatto il suo corso e, in tutti i gradi di giudizio, lo ha dichiarato colpevole: è stato Massimo Bossetti ad uccidere la 13 enne Yara Gambirasio dopo aver abusato di lei.
Ma il carpentiere di Mapello non ci sta a sopportare un’accusa così grave ed una condanna a vita da scontare in carcere ed attraverso il suo avvocato fa sapere che tenterà una nuova strada per dimostrare la sua verità.
Nello specifico, la difesa Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva, annuncia una denuncia per frode processuale in vista di una richiesta di revisione del processo dopo un’intervista a un ex consulente del pm di Bergamo al settimanale Oggi.
«Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L’abbiamo conservato. E c’è ancora. Anche se proprio in questi giorni stiamo restituendo il materiale genetico alla Procura di Bergamo che lo ha richiesto», ha infatti rivelato Giorgio Casari, docente di genetica e consulente dell’Accusa.
“La Procura lo ha sempre saputo”, ha rimarcato il legale. Se la rivelazione di Giorgio Casari sarà confermata “anche da un’indagine difensiva, per la quale ho già ricevuto mandato da Bossetti, verrà valutata ogni possibile azione per il ripristino della giustizia violata”.