Una significativa trasformazione è in atto per gli utenti Windows all’interno dello Spazio Economico Europeo (SEE). Microsoft ha annunciato una serie di modifiche al suo sistema operativo per allinearsi al Digital Markets Act (DMA), la rigorosa normativa dell’Unione Europea concepita per promuovere una concorrenza più equa nel settore digitale e limitare il potere dominante dei cosiddetti “gatekeeper” tecnologici. Tra le novità di maggior rilievo, spicca la possibilità per gli utenti europei di rimuovere il Microsoft Store e una minore insistenza nell’utilizzo del browser Edge.

Questi aggiustamenti, come confermato da Microsoft stessa e riportato da autorevoli testate internazionali come Reuters e The Verge, rappresentano un passo importante verso una maggiore libertà di scelta per l’utente finale, un principio cardine del DMA.
Microsoft Store: Disinstallazione Opzionale Entro Fine Anno
La novità che probabilmente farà più discutere è la facoltà, concessa agli utenti europei, di disinstallare l’applicazione del Microsoft Store. Questa opzione dovrebbe diventare disponibile entro la fine dell’anno corrente (2025). È importante sottolineare che:
- Le applicazioni già installate tramite lo Store rimarranno pienamente funzionanti e continueranno a ricevere aggiornamenti.
- Gli utenti avranno la possibilità di reinstallare il Microsoft Store in un secondo momento, qualora lo desiderassero.
- Anche con l’app Store rimossa da Windows, sarà comunque possibile scaricare applicazioni direttamente dalla pagina web del Microsoft Store.
Questa mossa risponde direttamente alle direttive del DMA, che mira a impedire ai gatekeeper di favorire i propri servizi o di legarli indissolubilmente al sistema operativo.
Edge Meno Invasivo: Più Spazio ai Browser Concorrenti
Un’altra modifica significativa riguarda il browser proprietario di Microsoft, Edge. L’azienda di Redmond si impegna a ridurre la frequenza con cui Windows suggerisce agli utenti di impostare Edge come browser predefinito. Finora, tali inviti comparivano in diverse sezioni del sistema, inclusi i menu delle impostazioni. D’ora in poi, questa richiesta verrà presentata solo quando l’utente avvia Edge autonomamente. Questa specifica modifica è già stata implementata.
Inoltre, a partire da luglio 2025, un numero maggiore di applicazioni integrate in Windows inizierà ad aprire i link esterni utilizzando il browser impostato come predefinito dall’utente, anziché forzare l’apertura tramite Edge.
Questi cambiamenti arrivano dopo anni di lamentele da parte di browser concorrenti come Google Chrome, Opera e Vivaldi. Già lo scorso anno, come riportato da diverse fonti specializzate tra cui TechCrunch, questi sviluppatori avevano formalmente richiesto alla Commissione Europea di includere Edge tra i servizi soggetti alle stringenti regole del DMA, denunciando tattiche ritenute scorrette da parte di Microsoft per limitare la scelta dell’utente. Sebbene Microsoft precisi che Edge, di per sé, non sia stato designato come “servizio di piattaforma essenziale” (gatekeeper) ai sensi del DMA – status riservato a servizi con un impatto capillare su utenti e aziende – queste modifiche sembrano voler accogliere buona parte di tali rimostranze.
Un Contesto di Adeguamento al DMA
Le modifiche annunciate si inseriscono in un quadro più ampio di adeguamento da parte di Microsoft al Digital Markets Act. Già in precedenza, l’azienda aveva reso possibile la rimozione di alcune app standard da Windows (incluso lo stesso Edge) e offerto agli utenti la possibilità di disattivare i risultati di ricerca di Bing direttamente dal sistema operativo.
È fondamentale ricordare che tutte queste concessioni si applicano esclusivamente agli utenti residenti nello Spazio Economico Europeo, che include i Paesi membri dell’UE, oltre a Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
La Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’UE che vigila sull’applicazione del DMA, continua a monitorare attentamente le misure adottate dai colossi tecnologici per garantire la piena conformità alla normativa. Questi passi da parte di Microsoft indicano una chiara volontà di adattamento, pur navigando le complessità di un panorama normativo in rapida evoluzione.

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