Come migliorare il reflusso gastroesofageo, quali sono i sintomi e come si sviluppa
Sintomi fastidiosi correlati, come bruciore al petto, rigurgito di cibo, tosse o sviluppo di infiammazioni che possono portare a problemi di deglutizione, sono legati anche ai cambiamenti dello stile di vita.
L’uso di farmaci fa parte delle strategie di controllo dei sintomi, ma è nota la sua relazione, nell’uso cronico, con la diminuzione dell’assorbimento del calcio, e quindi, delle fratture ossee, principalmente dell’anca.
Comprendendo l’importanza dell’approccio dietetico per ridurre i sintomi, quali sono i punti rilevanti legati ad una strategia precisa.
Reflusso gastroesofageo, cosa è importante comprendere

È importante comprendere la relazione tra sovrappeso e reflusso.
Propendere per una dieta sana che comprenda meno grassi e zuccheri permette un più rapido svuotamento dal stomaco all’intestino impedendo al cibo di causare sintomi di reflusso.
Caffè, alcol, cioccolato, cibi piccanti e bevande gassate (con gas), il consumo di questi alimenti riduce il tono dello sfintere esofageo, aumenta la distensione gastrica e/o irrita il rivestimento dello stomaco.
I grassi (presenti nelle carni, nei latticini, negli insaccati, nei cibi fritti) inoltre riducono il tono muscolare sfinterico e lo svuotamento dello stomaco, e predispongono al reflusso.
Attenzione alle diete ricche di grassi (es. cheto, atkins, ecc.)
I carboidrati raffinati (pane bianco, riso, pasta, biscotti) influiscono anche sul tono muscolare sfinterico, quindi si consiglia di aumentare l’apporto di fibre, ricercando cereali integrali, consumando frutta e verdura quotidianamente.
Evitare grandi quantità per ridurre la distensione dello stomaco e quindi la maggiore tendenza al reflusso.
Inoltre, si raccomanda di evitare il consumo di cibo almeno fino a due o tre ore prima di coricarsi per dare la possibilità dello svuotamento gastrico.